domenica 23 agosto 2009

Il lato lungo del triangolo

E' venuto il momento di ripartire, di tracciare la rotta verso nord est che mi riporterà a casa, il lato lungo di questo triangolo acutangolo che ho percorso durante le mie vacanze.
Prendo l'Aurelia in direzione di Genova, è presto e c'è poco traffico, arrivo in città e giro a sinistra, verso l'entroterra e i Giovi. La strada inizia a salire a tornanti, fino al passo che porta in quella che a parer mio è la vallata più brutta d'Italia, vale a dire la Valscrivia.
Mi scusino gli abitanti della valle, ma anche oggi, nonostante il fatto di percorrerrla fuori dal tunnel obbligato dell'autostrada, non mi ha dato sufficienti argomenti per rivalurarla, complice forse il tempo brutto, la foschia, il cielo coperto. La valle è stretta, nell'esiguo fondo scorrono il fiume, la statale, l'autostrada, la ferrovia, il territorio è quasi inesistente, e i paesi, che pure hanno costruzioni graziose, sembrano provvisori, un plastico ferroviario.
Il traffico è scarso, e quando arriva il classico momento dell'idiota mi coglie del tutto impreparata.
Siamo a Serravalle, e a causa di un incrocio un po' strampalato c'è una piccolissima colonna. La vedo e rallento, e in questo frangente do' una precedenza che avrei anche potuto fare a meno di dare, ma d'altra parte, fermarsi due metri prima o due metri dopo che cosa cambia?
Non la pensa così il tipo in Ferrari che sta dietro di me, che mi strombazza e inizia a farmi gestacci. Dato che continuiamo ad essere in colonna, e dato che ogni volta che freno questo si braccia facendo sceneggiate napoletane degne di miglior causa, decido di esercitare il massimo della pressione sui suoi fragili nervi, a me d'altra parte non costa nulla. Così lascio che quelli prima di me partano, e aspetto finché il tizio non diventa paonazzo, poi mi muovo in prima, freno a metà percorso, riparto. So che più avanti c'è una rotonda, alla quale io dovrò andare a sinistra, non so perché, ma immagino che il tizio dovrà andare a destra. Così arriviamo alla rotonda al velocità da sciuretta sulla macchinina senza targa, esercito la prudenza sul dare precedenza in maniera plateale, mentre il tipo strombazza, ed è inutile dire che mi metto in modo che non mi possa sgusciare a destra, poi, mentre parto con la massima calma, innalzo, il più visibile possibile il dito medio della mano destra, a questo punto svolto e do' gas. Vero che io ho una Nissan e lui una Ferrari, ma non è il mezzo che fa la guida ...
Continuo il mio viaggio nell'oltrepò pavese, arrivo vicino a Piacenza, passo il Po a Caorso, mentre già vedo quell'ago di bussola che è il Torrazzo davanti a me. Non mi lascio tentare dalla mia città natale, la passo e vado verso Mantova.
Dalle parti di Piadena mi coglie la fame, moltissimi locali però sono chiusi per ferie, alla fine trovo un agriturismo, e devo dire che il culo del viaggiatore mi ha assistito. Mangio benissimo, un paio di pezzetti di erbazzone come antipasto, ravioli con ricotta ed erbette, e, al posto del secondo, un piatto di deliziosi affettati nostrani con una insalata fresca.
Riparto corroborata da un buon caffè e mi dirigo in direzione di Verona, poi Vicenza, Treviso, e poi, improvvisamente, vedo la fine del viaggio.
Ho incontrato innumerevoli città del vino, così tante che mi viene da dire che l'Italia dovrebbe scrivere "Nazione del vino" su appositi cartelli da affigere ai confini nazionali, con l'eneco delle città del vino complete di distanze chilometriche.
Arrivo a casa dopo dieci ore di viaggio, a cui togliere due ore tra pranzo e soste tecniche, sono 550 km, e devo dire che sono veramente soddisfatta, ovviamente ci sono altre cose da dire e raccontare, ma ora sono stanca, provvederò domani.

2 commenti:

Francesca ha detto...

Perchè hai subito pensato che svoltava a destra???
C'è qualcosa di politico???
Scherzi a parte, mi fa piacere che sei passata a trovarmi. Da un po' di tempo ho quasi abbandonato il blog e dedico a internet davvero pochissimi minuti. Ho il desiderio di ottimizzare il mio tempo, che sembra sempre troppo poco. Seleziono molto nella mia vita, in questo periodo, e anche internet ha subito lo stesso drastico trattamento. Sono ancora in una fase di transizione, ma certamente il tuo blog è uno di quelli che terrò nella lista dei preferiti (lista drasticamente ridotta all'osso!!!) Nei prossimi giorni leggerò il resoconto del tuo viaggio "quasi solitario"!!!
Un abbraccio
Francesca

ombraluce ha detto...

Non so perché ho pensato che svoltasse a destra, forse perché svoltando a sinistra si andava verso Tortona e l'uscita dalla claustrofobica Valscrivia, e il tizio non lo vedevo di sicuro "aperto al mondo".
Mi fa piacere che tu abbia deciso di tenere il mio blog tra i tuoi preferiti, spero di trovare di nuovo il tempo di scriverci, anch'io sono in una fase di revisione di quello che è importante nella vita
mgb