domenica 31 agosto 2008

La barzelletta del giorno

Questo post doveva intitolarsi "Le trojane", e parlare della divertente gita fatta ieri con amici a Lubjana, con appendice a Trojane, appunto, per fare scorta dei fantastici krapfen prodotti in quel minuscolo paese sloveno.
Poi stamattina, stavo mangiando per colazione uno dei suddetti, paradisiaci krapfen, quando, al giornale radio, ho sentito la barzelletta del giorno: sua santità il procione ermellinato Benedetto XVI, conosciuto anche come nazingher, ha lanciato un'esortazione ai paesi europei a farsi carico degli immigrati e bla bla bla, nonsense parlando, in quanto lui per primo sa benissimo che queste parole non le ascolterà nessuno, e soprattutto non le ascolteranno i cattolicissimi politici italiani, dispostissimi a compiere qualsiasi bassezza in nome di un cattolicesimo di facciata, ma indisponibili a fare qualcosa di concretamente cristiano come trattare gli immigrati quale prossimo.
E quando mai? Non trattano nemmeno gli italiani quale prossimo, basta sentire gli sproloqui del celodurministro contro i professori del sud, per farsene un'idea.
E quindi niente di nuovo nello sproloquio del procione, niente in grado di farmi mollare il krapfen che stavo sbocconcellando con tanta dedizione.
Il fatto è che poi sua ermellinità se n'è uscita con una esortazione ai succitati migranti i quali " ... vanno pure sensibilizzati sul valore della propria vita, che rappresenta un bene unico, sempre prezioso, da tutelare di fronte ai gravissimi rischi a cui si espongono nella ricerca di un miglioramento delle loro condizioni e sul dovere della legalità che si impone a tutti".
Ma ci è o ci fa?
La vita è un bene prezioso, e credo che nessuno come i migranti ne sia convinto, o sua santità è convinto che partano incautamente per un viaggio che credono di piacere?
Quella è tutta gente che, quando va bene, sfugge a una vita di estrema miseria, materiale e morale (morale, ha sentito la parola, santità? dovrebbe farle suonare qualche campanellino nella zucca procionesca, questa parola), e quando va male sfugge, per l'appunto, alla morte: per fame, per guerra, per persecuzione.
Lo sanno benissimo che qualcuno non arriverà vivo, ma il rischio di morte è assai inferiore a quello che avrebbero restando a casa loro!
I migranti hanno un senso della vita e della sua sacralità, e notevole: infatti sfuggono a morte certa!
E il procione gli dice pure che vanno sensibilizzati. Ma che si spogli dell'ermellino e vada a fare un po' la loro vita, quest'uomo che è convinto di poter predicare sulle vite degli altri senza nulla sapere di esse, e lo vedremo scappare in mutande e a gambe levate ...
Evidentemente anche ai vertici RAI la cazzata deve essere parsa grossetta, perché, dopo quella prima edizione del giornale radio del mattino, la frase non è stata ripetuta in alcuna altra edizione ... non per questo non è stata pronunciata ...

mercoledì 27 agosto 2008

Poesia dorsale

Cos'è la poesia dorsale?
Mettere dei libri uno sopra l'altro in modo che i titoli si concatenino fino a formare dei versi. Questo è fare “poesia dorsale”. Inoltre la poesia dorsale è nata da uno spunto visivo e perciò va scattata una foto, subito, alla prima versione convincente, che poi resta l'unica e sola testimone della propria creazione (dal sito http://www.poesiadorsale.it).

Su Anobii, vale a dire il sito di lettori pazzi di cui faccio parte, nel sottoinsieme ancora più pazzo di lettori che si dedicano a sifde lettararie (ovviamente sono un membro attivissimo), si è deciso di fare una sfida per la creazione di una propria poesia dorsale, ed ecco la mia



Poveri e semplici
cristalli sognanti,
stelle che bruciano
oltre l'orbita di Giove.
Assalto a un tempo
devastato e vile.
Recinti e finestre
il mio paese inventato.

Con i contributi di: Anna Maria Ortese, Theodore Sturgeon, AA.VV, Keith Leumer, Giuseppe Genna, Naomi Klein, Isabel Allende.

lunedì 25 agosto 2008

Questa l'ho già sentita

I fatti sono noti: una coppia di cicloturisti olandesi è stata aggredita a Roma, da due balordi, che ne hanno fatto scempio, derubandoli e violentando la donna.
Terribile, non dovrebbero succedere cose così, oddio dove siamo arrivati ... breve riassunto dei commenti intelligenti, per quanto possano essere intelligenti dei commenti di questo genere per una cosa del genere.
Eppure sono costretta a definirli intelligenti, perché poi ci sono i commenti del sindaco Alemanno.
Che cosa ha detto questo sindaco così ferrato sulla sicureza da aver vinto le elezioni proprio per quello, e che pure porta nel suo cognome il segno di un arrivo al seguito di una banda di stupratori e assassini come i Lanzichenecchi?
Questo ha detto: "Non stavano uscendo da una stazione ferroviaria né andavano sulla ciclabile. Si sono andati ad accampare in un posto abbandonato da Dio e dagli uomini dopo aver chiesto consiglio su dove mettere la tenda a un branco di pastori immigrati. La loro è stata una grave imprudenza".
Ma santo cielo, ma Roma non è quindi una città sicura, nonostante il sindaco Alemanno e nonostante l'esercito?
Ci sono ancora posti dimenticati da dio e dagli uomini nella sicura città di questo lanzichenecco?
Che poi questi vengono dall'Olanda, mica dal paese delle fate, possibile che solo in Italia debbano aver beccato, in città, un posto dimenticato da dio e dagli uomini?
Ovviamente i vari politicanti si schierano pro o contro le dichiarazioni del sindaco, ma qui non c'è da schierarsi pro o contro, ci sarebbe da dare ai turisti olandesi una bella mazza, e vedere se picchiano prima i due balordi oppure il sindaco.
Non so come mai, ma opterei per la seconda soluzione.
Ed è inutile dire che i due erano rumeni. Perché, non ci sono mai state donne, turiste o italiane, violentate brutalmente da balordi nostrani?
Non è che l'atto sia più o meno grave! Disgustoso è e disgustoso resta.
Disgustoso è e disgustoso resta che sia fatto in un luogo dimenticato da dio oppure fuori da una stazione (ma non era fuori da una stazione che è stata violentata e uccisa una donna a Roma tempo fa? Ah già, il lanzichenecco non era ancora sindaco, quindi quella morte non conta, o meglio, conta solo perché cavalcandola ha guadagnato voti).
Dopo di che, basta applicare la buona vecchia logica fascista e maschilista: cara signora, se ti sei trovata un cazzo dove non volevi, beh, che ci possiamo fare? Te la sei cercata ... eri vestita come non dovevi/eri dove non dovevi essere/erano immigrati ... eccetera eccetera cercando scuse.
Gia sentita, già sentita troppe volte. E non me ne frega niente di chi si spacca sulle dichiarazioni di Alemanno, qualche fatto vorrei vedere, tipo mandarlo a casa a calci in culo!

Meglio che parlo di cucina, così mi consolo un po': un velocissimo e gustoso piatto di linguine.

Linguine con zucchine e zenzero (x 2 persone)
160 g di linguine, 2 zucchine, 1 piccolo scalogno, 1 cucchiaino abbondante di zenzero in polvere, olio extravergine di oliva, parmigiano grattuggiato.
Tritare finemente lo scalogno.
Grattuggiare le zucchine con la grattuggia a fori grossi.
Soffriggere in un tegamino con l'olio e lo zenzero, a fuoco bassissimo perché le verdure non brucino.
Nel frattempo cuocere al dente le linguine.
Scolarle e saltarle con la salsa di zucchine.
Servire caldissimo cosparso di parmigiano

N.B. se le zucchine hanno il fiore, toglierlo, pulirlo e tagliarlo a listerelle, aggiugendole alle zucchine al momento di saltare la pasta.

domenica 24 agosto 2008

Due pomodori e un pasticcio

Qualche tempo fa il nostro fantastico celodurministro ha tuonato contro gli insegnanti del sud, rei, a suo giudizio, di tartassare i poveri studenti del nord, così geneticamente superiori a loro che bocciarli in matematica per il semplice fatto che non sanno una cippa di matematica è come bestemmiare sul Sinai.
Ovviamente lo studente inchiappettato in matematica era il figliolo del succitato celodurministro, ma questo è un particolare di secondaria importanza ... non è l'offesa ai sacri lombi ad avere scandalizzato il Bossi, ma il fatto che l'insegnante fosse del sud.
E quindi, che tornino ad insegnare al sud, questi insegnanti così poco preparati da non sapere che al figlio del senatur la promozione si dà, per diritto di cazzo duro, e che cazzo!
Ieri invece la maestrina dalla penna rossa, colei che pensa di risolvere i problemi della scuola italiana con i grembiuli e il sette in condotta, vale a dire la ministra minestra Gelmini, dall'alto della sua predella ha tuonato contro le scuole del Sud, dicendo che sono loro che, con la loro scarsa qualità, abbassano la qualità media delle scuole italiane, e ha proposto che per gli insengnanti del sud vengano tenuti appositi corsi di recupero, in modo che imparino a insegnare come quelli del nord.
Ma come?
Sti insegnanti del sud, dove insegnano? Al nord, rompendo le scatole alla lega, ma facendo sì che la qualità delle scuole del nord sia più alta di quelle del sud, oppure a sud con una bassa qualità?
Opure a sud insegnano gli insegnanti del nord?
Insomma, un pasticcio innominabile, quale solo potrebbe venire fuori da una discussione tra due scimmie ammaestrate.
Oggi la minestra Gellini fa parziale marcia indietro, dicendo che è necessario "colmare il gap esistente tra scuole del Nord e scuole del Sud con più formazione e aiuti sia per i docenti che per gli studenti".
Due domande:
1) con che soldi?
2) con che insegnanti? mandando al sud quelli che stanno sui coglioni al senatur?
Ma soprattutto: sa quello che dice? perché l'analisi semantica delle frasi dette dalla ministra minestra spesso rivela simpatiche sorprese ...
Un pasticcio simile è decisamente immangiabile, meglio il polletto grigliato che ci siamo fatti oggi, preceduto da un piatto di penne al pomodoro, anzi, ai due pomodori.

Penne ai due pomodori (x 2 persone)
160 g di penne lisce, 1 scalogno, 1 cucchiaio di capperi di Pantelleria, 6 pomodorini, 3 pomodori secchi sott'olio, erba cipollina, timo, olio extravergine di oliva, pepe.

Tritare finemente lo scalogno, farlo appassire in padella con l'olio e i capperi.
Aggiungere i pomodorini tagliati a pezzetti e i pomodori secchi tritati grossolanamente.
Cuocere a fuoco bassissimo.
Nel frattempo cuocere la pasta al dente.
Quando la pasta è quasi cotta aggiungere al sugo le erbe e il pepe.
Saltare la pasta nel sugo per un minuto a fuoco vivace, e servire caldissima.

giovedì 21 agosto 2008

No, nel parco no!

Girellando sui giornali, che nel generale accaldamento propinano notizie del tutto inutili e inifluenti, mi sono imbattuta in questa bizzarra fotografia , che ritrae l'accogliente ingresso di un parco pubblico in provincia di Padova.
Il parco si chiama Parco della Libertà, ma è un concetto di libertà che assomiglia tanto a quello della Casa delle Libertà, con le sue ordinanze pipposindachesche.
Purtroppo la fotografia non è molto dettagliata, e per la lettura dei divieti ci dobbiamo affidare alla didascalia, ma i segnali di divieto sono 18, per cui non riesco a immaginare che cosa non sia vietato.
Dunque, è vietato calpestare le aiuole, come dappertutto, ma francamente, per camminare su vialetti di ghiaia e asfalto non ho proprio bisogno di andare in un parco.
Poi è vietato buttare mozziconi di sigaretta. Giustissimo, ma ci sono le ceneriere?
Io non fumo, ma fumavo, e so per esperienza che la cosa più difficile da trovare in un parco pubbloco sono i cestini portarifiuti e le ceneriere.
Che poi i cestini portarifiuti, quando ci sono, sono sistemati in posti assurdi, e non vicino alle panchine, dove sarebbero più utili.
Ah già, ma tanto se non sei un bambino, un vecchio o una donna incinta su una panchina non ti puoi sedere, tutti condannati alla peripateticità. Io sono una donna, e quasi vecchia, per cui può darsi che prima o poi possa sedermi.
E a fare che cosa poi, che mangiare e bere in pubblico è vietato? Che poi non si capisce perché, visto che mangiare un panino su una panchina è uno dei piaceri della vita. Non sarà mica per un malinteso senso del decoro? Il Garzanti, alla voce decoro recita "dignità nell'aspetto, nel comportamento, nei modi", che c'entra tutto questo con un panino su una panchina?
Mi pare di essere piombata nelle atmosfere di Cave of Steel, di Asimov, un romanzo in cui per l'umanità era tabù farsi vedere durante i pasti, che venivano consumati in apposito cubicolo. Siamo arrivati a tanto oppure è un eccesso didivietitudine?
Poi è vietato usare un linguaggio volgare e offensivo. Ma di grazia, perché è vietato nel parco e non in tutto il resto dell'universo? Non riesco a capire perché dovrebbe infastidirmi questo tipo di linguaggio in un parco e non sotto casa mia, e non è giuridicamente configurabile l'aggravante di linguaggio offensivo nel parco!
Ma il divieto più divertente è quello di sostare sotto gli alberi in caso di maltempo. Mi sembra già di sentire qualcuno che dice: "ma è giusto, non si sta sotto gli alberi durante i temporali". Ma maltempo non significa necessariamente temporale, nemmeno in questa Italia ormai monsonica, e poi, non sarebbe bastato mettere un avviso, invece che un divieto?
Insomma che sono qui che rifletto su tutte le mirabolanti libertà in vigore in questa Italia della Casa delle Libertà, quando mi arriva una mail del Postino Trasalpino, che riporta un articolo de La Stampa in cui si anuncia per il 20 settembre la «prima giornata mondiale del saluto»: 10 mila volontari saluteranno almeno 10 persone sconosciute a testa, in modo che prima di sera 100 mila persone abbiano ricevuto quei saluti che ignorano da anni: dal Settanta ad oggi i saluti quotidiani sono scesi da 30 a 8.
Ma siamo sicuri? perché secondo me fanno in tempo a emettere una ordinanza di divieto di saluto ... sai com'è, il decoro ...

mercoledì 20 agosto 2008

L'orata nel piatto

E' da un bel po' che su questo blog non si parla di cucina, complice il caldo che non ci fa venire voglia di cucinare, e complice la bonaccia di agosto, per dirla con Battiato, che non fa venire voglia di scrivere.
In realtà non è che ci sia moltissimo su cui scrivere.
La politica è finalmente in ferie, per lo meno per quanto riguarda la sua copertura mediatica, anche se sono convinta che proprio in questio periodo si stano preparando i simpatici scherzetti con cui dovremo fare i conti da settembre in avanti.
Come la chiusura e l'accorpamento delle scuole elementari dei piccoli paesi, si parla di qualcosa come 2500 plessi scolastici, in nome del risparmio.
Benissimo, risparmiamo pure, tanto tutto il movimento per portare avanti e indietro i bambini mica va nel conto del ministero, i soldi escono dalle tasche dei cittadini, i quali respirano anche i gas di scarico ... però il governo farà vedere di aver risparmiato.
Il guaio è che non avremo mai un'Italia ricca con i cittadini sempre più poveri e privi di servizi.
In ogni caso, oggi avevamo una voglia di pesce che abbiamo prontamente soddisfatto.

Spaghetti alla bottarga a modo mio (x 2 persone)
160 g di spaghettini, 1 spicchio d'aglio, 1 peperoncino, 4 filetti di acciuga, prezzemolo tritato, olio extravergine di oliva, bottarga di muggine grattuggiata.
Rosolare l'aglio tritato, il peperoncino e i filetti di acciuga nell'olio.
Nel frattempo lessare la pasta al dente, scolarla e saltarla in padella col condimento e un cucchiaio di prezzemolo tritato.
Servire caldissimo, con abbondante bottarga grattuggiata.

Orata alla marinara (x 2 persone)
2 orate da porzione, 1 spicchio d'aglio, una decina di pomodorini, pepe, olio extravergine di oliva, origano.
Tagliare l'aglio a fettine, rosolarlo nell'olio, aggiungere le orate e dorarle leggermente da entrambe le parti.
Coprire con i pomodorini, pepare e spolverizzare di origano.
Cuocere a fuoco dolcissimo, in padella coperta, per 20 minuti, girando delicatamente a metà cottura.

giovedì 14 agosto 2008

Il dito medio ce l'abbiamo ancora

Così disse il celodur ministro qualche giorno fa, durante la festa del carroccio a Pontida.
Ora, io Pontida la conosco bene, e mi chiedo dove cavolo lo hanno messo il Carroccio: o il Carroccio, o gli abitanti del paesucolo, che le due cose insieme non stanno.
In ogni caso mi consola che abbia ancora un dito medio, e concordo col fatto che il suo alzarlo durante l'Inno di Mameli non sia stato considerato un reato ministeriale.
Innanzi tutto considerare Bossi un ministro è una aberrazione che si può vedere solo nella nostra sgangherata repubblica e sotto lo scettro di re Silvio, poi ricordiamo che l'uomo ha subito dei gravi danni cerebrali, non al suo cervello pensante, ma alla massa situata nella testa e che muove i muscoli. In altre parole un impulso scoordinato è arrivato al medio durante l'Inno nazionale. Non c'è la volontà né il dolo, insomma.
Fatto sta che se possiamo scusare il celoduro, che col catetere ben infilzato nel suo unico organo pensante, e il centro del coordinamento muscolare seriamente danneggiato non può fare di meglio che dire sciocchezze, non si riesce invece proprio a capire che cosa è passato per la testa a Borghezio.
Oddio, anche qui un ossimoro, la prola testa e la parola Borghezio non stanno normalmente nella stessa frase, e poi l'uomo non è noto per pronunciare versi di senso compiuto.
Comunque, tutto soddisfatto per la buona messe di medaglie d'oro ottenuta dagli atleti italiani alle olimpiadi, in un olimpico impeto di cretineria ha detto " le medaglie d'oro alle olimpiadi dimostrano la superiorità etnica padana".
Ora, a parte che qualcuno dovrebbe spiegarmi che cosa si intende per etnia padana, e lo chiedo da persona nata sulle rive del Po, da due famiglie antichissime e ben note nella città in cui sono nata. Nonostante ciò mi basta guardare la mia faccia, e leggere i miei esami del sangue per sapere per certo che nel mio corredo genetico è passato di tutto.
In ogni caso, tanto per informazione del mitico Borghy
Matteo Tagliariol è nato a Treviso
Giulia Quintavalle è nata a Livorno
Valentina Vezzali è nata a Jesi
Federica Pellegrini è nata a Mirano
Chiara Cainero è nata a Udine (particolare menzione di disonore in questo caso per il neosindaco Honsel, che per fare i complimenti all'atleta avrebbe detto la sciocchezza del giorno, se Borghezio non avesse detto di peggio)
Insomma che non mi pare proprio di poter desumere una qualsiasi supremazia padana da questo medagliere, vedo invece l'Italia, quella dei cosiddetti sport minori, che, una volta ogni quattro anni, riesce a dimostrare che c'è, e ad alti livelli, anche se nessuno gli da una lira.
E siccome le Olimpiadi non sono ancora finite, immagino che altri non padani calcheranno il podio, alla faccia dello scioccherello.
Vabbè, c'è chi alza una medaglia d'oro, e chi alza il medio ... a ognuno secondo le sue possibilità.

mercoledì 13 agosto 2008

Una giornata al mare

Va bene che il tempo è poco, va bene che i soldi sono pochi, va bene che tutto sommato stiamo bene a casa nostra, però a un certo punto la voglia di una giornata diversa dalle altre, seza alcuna incombenza, proprio viene, assieme a una gran voglia di mare.
Qui vicino ci sono spiagge rinomate, che a noi non piacciono nemmeno un po' innanzi tutto perché l'arenile si estende per qualche km anche sott'acqua, col risultato di impedire un bagno decente, poi perché sono sovraffollate e puzzolenti di abbronzanti vari e, last but not least, impongono l'uso del costume.
Accidenti, uno sta, per un motivo o per l'altro, vestito tutto il giorno tutti i santi giorni, proprio non capisco perché si debba vestire, anzi travestire, visto che mette un costume, per andare al mare dove dovrebbe rilassarsi.
Senza contare che a volte i minuscoli costumini che si vedono in giro sono del tutto indecenti, e fatti per esserlo. Altre volte invece sono corazze che tentano di mascherare il non più mascherabile, che sarebbe ben più dignitoso mostrare così com'è, senza vergonarsi del tempo che passa e dei suoi segni.
Insomma che se non si fosse ancora capito siamo naturisti convinti.
Solo che nell'ipocrisia italiana il naturismo è una cosa da nascondere, e anche le spiagge naturiste sono nascoste e per nulla attrezzate: mi dicono che ce n'è una anche nella baia di Sistiana, frequentabile a patto di farsi almeno mezz'ora camminando su una pietraia, sotto il sole a picco.
No grazie.
Insomma che si va in Croazia, in un magnifico campeggio naturista sulla costa istriana. Poco più di due ore di macchina e si arriva in una specie di paradiso terrestre. Non c'è spiaggia, ma una piattaforma di pietra, con comode discese a mare, subito dietro c'è il bosco, dove se se si è in tenda o in roulotte ci si può comodamente sistemare.
Noi arriviamo con la macchina nella piazzuola vuota più vicino al mare, scarichiamo le sdraio e ci spogliamo sotto lo sguardo benedicente di una attempata coppia tedesca che si gode il fresco del mattino leggendo il giornale, ovviamente del tutto senza vestiti, esattamente come siamo noi, finalmente.
La giornata è semplicemente perfetta, se avessimo pregato per una giornata così non avremmo ottenuto di meglio. Non una nuvola in cielo, sole caldissimo, ma una brezza di vento e niente umidità. Il mare è una tavola blu, limpidissima.
La spiaggia, la si chiama così anche se non c'è sabbia, è ancora quasi deserta, ci sistemiamo vicino a un muretto, in modo da garantirci ombra per tutta la giornata, e ci tuffiamo seduta stante.
Chi è abituato a fare il bagno col costume non può immaginare il senso di liberazione, e insieme di appartenenza, che si ha entrando in mare nudi.
Si capisce che l'acqua di mare è il nostro elemento costitutivo.
Oltretutto il mare tiene su le tette, una sensazione magnifica che assomiglia a un viaggio nel tempo.
Stiamo in acqua quasi tutta la mattina e constatiamo che il campeggio, visto dal mare, è abbastanza spopolato, soprattutto considerato che siamo nella settimana di ferragosto. La maggior parte dei presenti sono olandesi e tedeschi, cioè la popolazione storica del campeggio, moltissimi sono persone anziane che passano tutta la stagione estiva ad arrostirsi sulla costa croata.
Ci sono alcuni danesi, mai visti prima, il solito zoccolo duro di triestini, che si riconoscono per la rosolatura uniforme e la crosta scura e croccante, la inesauribile parlantina, la buffonaggine congenita e la capacità di attaccare discorso con chiunque, qualsiasi lingua parli, rivolgendoglisi esclusivamente in triestino.
Iniziano a comparire gli sloveni: sembra che la ferita della guerra si stia in qualche modo chiudendo, e la Croazia sia diventata una meta di villeggiatura come un'altra.
Mentre facciamo queste riflessioni iniziamo a sentire i morsi della fame, così riguadagnamo pigramente la riva, andiamo a farci una doccia veloce, mettiamo il costume da bagno e andiamo al ristorante (il ristorante e il piccolo market sono gli unici due posti del campeggio dove è obbligatorio avere addosso qualcosa, per ragioni fondamentalmente igieniche).
Il ristorante si chiama Danjela, e propone un omonimo piatto per due persone, costituito da carni grigliate e verdure. L'entusiasmo ci spinge a ordinarlo, dimenticando la controindicazione costituita dalle sue dimensioni. Finiamo tutto, lasciando solo un po' di peperoni e qualche patatina, per semplice tigna, ma ci facciamo un appunto mentale di non ordinarlo più se non siamo almeno in tre.
Il piatto ha anche un'altra controindicazione: non è leggerissimo, e ci accompagnerà per il resto del pomeriggio, provocando degli sfoghi che ribattezziamo da-nie-la: da è l'esplosione gassosa nello stomaco, nie la salita dei gas lungo l'esfaogo, la la liberazione finale.
Con questa e altre simili sciocchezze trascorriamo il pomeriggio sulla sdraio, con un altro breve bagno, diversi pisolini e un po' di lettura.
Tramonta il sole su una giornata perfetta, a malincuore raccogliamo le nostre cose e ripartiamo verso casa.
E' stato un giorno solo, ma le pile sembrano di nuovo cariche.

sabato 9 agosto 2008

La torcia insensata

Queste olimpiadi sembrano maledette, sotto tutti i punti di vista.
Già l'averle assegnate a Pechino non è stata una grande idea.
La città è caotica e inquinata, e la nazione ha troppi nodi irrisolti.
Vabbè che di questi tempi nodi irrisolti li hanno un po' tutti, a partire dall'Italia che ha ancora sulle spalle il macigno Genova/G8.
Poi è successo il casino Tibet. Non è una novità. Il Tibet vuole essere indipendente, la Cina non gli vuole dare l'indipendenza. Tutti indignati contro la Cina, dimenticando che situazioni simili sono sparse un po' ovunque, ma ciascuno dei contendenti ritiene che siano diverse, e che solo loro, nel loro caso di specie, hanno ragione. Tutti gli altri invece ledono i diritti umani.
Così è iniziata la tiritera boicottaggio si boicottaggio no, il viaggio blindato della torcia, il tiramolla dei capi di stato, e le continue affermazioni che lo sport e la politica sono due cose distinte.
Col cazzo, e scusate il francesismo.
Lo sport, se uno lo fa nel cortile di casa sua potrà non avere niente a che fare con la politica, e già questo non è poi così vero, che se uno ama nuotare e non ci sono le piscine questo in qualche modo ha a che fare con la politica.
Ma se lo sport muove interessi economici smisurati, che toccano tutte le nazioni, se con la partecipazione o meno alle Olimpiadi si sottolineano malumori tra gli stati (qualcuno si ricorda dei boicottaggi incrociati della allora Unione Sovietica e degli Stati Uniti negli anni '80?), allora lo sport ha molto a che fare con la politica.
D'altra parte le Olimpiadi, ai tempi dei greci che le hanno inventate, avevano un significato eminentemente politico, tanto è vero che durante le Olimpiadi era istituita la cosiddetta "Tregua Sacra", perché tutte le guerre in corso venivano sospese.
E invece che cosa va a combinare ghiacciolino Putin, proprio durante la faraonica inaugurazione dei giochi olimpici a Pechino? Inizia a bombardare la Georgia, forse pensando che lo sfarzo della cerimonia distraesse il mondo dai suoi affari personali.
Ora, gli affari personali di Putin sono facilmente riassumibili con un poco velato tentativo di ripristinare quella che era l'Unione Sovietica, sotto un giogo capitalistico anziche comunista, ma con gli stessi metodi, da quello che si capisce.
Immagino che Putin sia uno strenuo sostenitore del fatto che lo sport non ha nulla a che vedere con la politica, e soprattutto, visto che dice che il bombardamento della Georgia non è un atto di guerra, immagino che ritenga che una non guerra richieda una non tregua.
Resta il fatto che farebbero meglio a spegnere quella torcia, la sua luce brilla su delle Olimpiadi del tutto insensate.

Una ricettina, per titrare su il morale.
Tagliatelle con fegatelli di maiale (x 2 persone)
250 di fegato di maiale, 150 g di tagliatelle all'uovo, 1/2 cipolla rossa, 1 carota, 1/2 bicchiere di vino bianco, erbe di Provenza, 1 cucchiaino di pepe verde in salamoia, olio extravergine di oliva, pecorino romano grattuggiato.

Tagliare il fegato a pezzetti piuttosto piccoli.
Tritare finemente la carota e la cipolla, e stufare con poco olio e qualche cucchiaio di acqua.
Dopo qualche minuto aggiungere le erbe di Provenza
Quando le verdure sono morbide, aggiungere il pepe verde e il fegato.
Rosolare bene il fegato, quindi sfumare col vino bianco.
Cuocere per qualche minuto, senza eccedere, altrimenti il fegato diventa duro.
Cuocere le tagliatelle, quindi saltarle in padella coi fegatelli, servire caldissimo con abbondante pecorino grattuggiato.

venerdì 8 agosto 2008

I superpoteri dei superpippi

Premessa: per superpippo non si intende Pippo Baudo, il quale a causa della sua longevità artistica e della sua capacità di far digerire alle masse anche il programma più misero è affettuosamente chiamato superpippo.
No, io intendo proprio Pippo, il buffo e scombinato cane amico di Topolino, il quale quando mangia una nocciolina, yuk, si potenzia, e diventa Superpippo, senza peraltro nulla perdere della sua pippitudine.
E altrettanti superpippi mi sembrano i sindaci italiani, graziati da "ghe pensi mi" Maroni con la concessione dei superpoteri senza nemmeno la nocciolina.
I più prudenti tra i pippi-sindaci si sono mostrati un po' perplessi per la concessione di tanta grazia, e ne hanno ben donde.
Innanzi tutto una concessione del genere rischia di minare il ferreo concetto di divisione tra poteri politici e amministrativi all'interno della macchina del Comune.
Perché? Beh, normalmente i sindaci hanno la tendenza a pensare che tutto quello che si forma nel loro cervellino si possa realizzare immediatamente, ed è compito degli amministrativi invece prendere questa idea grezza, vagliarla alla luce di mille sciocchezze, che vanno dalla legalità dell'idea al fatto che ci siano i soldi in cassa per portarla avanti.
La legge già regola alcune situazioni particolari, in cui è concesso al sindaco di prendere provvedimenti immediati, senza curarsi troppo di tutte queste cosucce, per un bene superiore. Infatti il sindaco ha il potere, in alcune materie, di emettere ordinanze contingibili e urgenti, che però devono avere dei requisiti specifici: l'estrema urgenza di risolvere il problema, l'impossibilità di adottare altri strumenti più ortodossi, la temporaneità, e l'impossibilità di reiterare l'ordinanza.
Pochi maledetti e subito, per riassumere.
E adesso si apre il parco giochi: si dà il potere ai sindaci di ordinare la prima cosa che gli passa per l'anticamera del cervello, senza un minimo di verifica sulla reale necessità, sulla reale possibilità di verificare l'adempimento a quanto ordinato, sulla legalità, l'opportunità e l'economicità.
Non a caso questi superpippi-sindaci desiderano tanto chiamarsi sceriffi, infatti la legge è da far-west.
E così Alemanno arma i vigili, e ci si augura che gli faccia fare adeguati corsi di tiro, di self control, di valutazione del rischio, oltre che indagini psicologiche per verificare che siano in grado di portare l'arma, che già abbiamo fin troppe guardie giurate che con la pistola di ordinanza invece che i rapinatori ammazzano la moglie. Dopo di che, posto che intenda far le cose per bene, ci si chiede da quale capitolo di spesa stornerà i soldi per questa cosa, visto che i trasferimenti ai comuni sono sempre più ridotti, e non c'è più l'ICI. Ah si, li toglierà dall'assistenza, o dalle mense scolastiche, che è più importante dare le pistole ai vigili invece che fornire pasti agli anziani disagiati o migliorare la qualità di quelli dei bambini.
Invece il sindaco di Modena pensa di comminare 500 euro di multa ai clienti delle prostitute. Andrà lui, di notte e sui viali, a spiare i suoi concittadini che si intrattengono con le signorine? Ci manda i vigili e gli paga gli straordinari? E soprattutto, dimentica che in Italia non è reato la prostituzione, ma solo il suo sfruttamento?
Quello che è certo è che tutte le ordinanze, o bozze di ordinanza, che mi sono passate nelle mani prevedono un ampio utilizzo delle teleecamere.
Non è che l'ANCI ha fatto un accordo con qualche produttore di questi aggeggi? Perché altrimenti proprio non capisco ...
Comunque, voglio augurare ogni bene ai superpippi-sceriffi, non intendo certo tarpare i loro furori creativi, in fin dei conti sono una montessoriana, e quindi ritengo che la creatività infantile non debba essere limitata .. attenti solo al fatto che ogni tanto anche Pippo esaurisce la nocciolina in pieno volo, e si schianta inesorabilmente a terra.

martedì 5 agosto 2008

Breve viaggio sentimentale

Eccoci qui, di ritorno da quattro giorni in Germania, dei quali due di viaggio e due di meeting del WCF.
La partenza era fissata per venerdì mattina alle otto, il che significa sveglia alle sei, e di conseguenza Diva, che sa sempre a che ora mettiamo la sveglia, ha iniziato a saltare sulla porta alle cinque e mezza.
Insomma che per una volta nella nostra vita siamo partiti in orario.
La giornata era soleggiata ma fresca, ci siamo fermati solo per acquistare la "vignette", vale a dire il bollino che permette di utilizzare le autostrade austriache, e via, più veloci della luce :-D
Che l'Austria sia un paese senza sbocchi al mare, e che desideri tanto averne, è facilmente intuibile dal fondo stradale, fatto in modo da garantire all'automobile rollii e becchegi degni della navigazione in mare mosso.
Per fortuna l'Austria è piccola e passa in fretta: appena la macchina ricomincia a viaggiare come una macchina, e non come una barca impazzita, vuol dire che si è entrati in Germania.
La Germania ha degli ottimi autogrill, dove si mangia anche bene, ma che hanno un tremendo difetto: il bagno a pagamento, ma non come da noi, dove c'è una svogliata signora con un piattino davanti, che al massimo se non le dai nulla ti guarda male.
No, ma figuriamoci. In Germania per bagno a pagamento si intende a pagamento, ragion per cui c'è un tornello, con una gettoniera in cui si inseriscono 50 centesimi, altrimenti niente pipì. La prima volta ci entri, pensando che a un ingresso così tecnologico, e a tanta cifra, corrisponda un trattamento principesco, imborotalcatura automatica delle parti intime per esempio, un tenore diplomato in conservatorio che faccia pss pss per sollecitare le minzioni difficili. E invece niente, c'è solo la pulizia automatica dell'asse del water per le donne, e una scritta luminosa che invita a provvedere ai propri disturbi sessuali, che si accende non appena uno inizia a pisciare, nel bagno degli uomini. Il prof dice che è molto imbarazzante.
Comunque, tutto bene fino a Monaco e oltre, godendoci il paesaggio di dolci colline ricoperte di coltivazioni di orzo e luppolo (chissà cosa si fa da quelle parti con quei due ingredienti), intervallate di tanto in tanto da qualche campo di mais.
Poi, improvvisamente, il traffico si ferma, la velocità media scende a quella di una lumaca lenta, e sarà così fino a Essen, e intanto il tempo si guasta.
La Germania è lunga e boscosa, e a lungo andare i boschi diventano monotoni, soprattutto se percorsi stando ben incasellati in una colonna di auto, in gran parte con targa olandese, che procede a 50 km/h. A un certo punto uno desidera che succeda qualcosa, un'esplosione termonucleare andrebbe benissimo, l'ideale per scacciare la noia. Invece il massimo di quello che succede è un indicente di tanto in tanto, con l'unico risultato di diminuire la velocità.
Insomma che invece che alle otto arriviamo a Essen alle dieci, facciamo il nostro solito battibecco sull'interpretazione delle indicazioni stradali urbane, e finalmente troviamo l'indirizzo a cui dovremo alloggiare. Dato che si tratta di un affittacamere pensiamo che sarà una stanza con bagno, magari un po' squallidina, e invece è un delizioso miniappartamento, nuovissimo e arredato con gusto, deo gratias.
Il giorno dopo, in perfetto orario, ci presentiamo al Welcome Hotel di Essen, dove si tiene il meeting.
L'hotel è pretenzioso e caro oltre ogni ragionevole limite, e il meeting è, obiettivamente, organizzato molto male, però si incontra un sacco di gente che non si incontra da altre parti, e di solito non scorre il sangue, non palesemente almeno, anche se vengono predisposti parecchi alcoltellamenti.
In ogni caso il motto è sorridere, sorridere sorridere.
Sarà che noi abbiamo sorriso molto, abbiamo dato ragione a tutti, ci siamo mostrati persino dei buontemponi, ma alla fine non solo siamo vivi e, presumibilmente, senza coltelli che ci attendono da qualche parte, non subito almeno, ma abbiamo persino ottenuto dei successi.
In ogni caso due giorni in questo ambientino, molto simile a un acquario pieno di squali e alligatori, sono decisamente stancanti, e la domenica sera rifiutiamo la cena amichevole, con la scusa che preferiamo starcene da soli da bravi neoconiugi.
Ci infiliamo in un ristorantino arabo, ci facciamo preparare rognoncioni di agnello alla brace e qualche dolcetto, e andiamo a goderceli nel nostro appartamentino.
Ieri mattina, dopo una notte di tregenda, causata dal fatto che i dolcetti arabi non sono esattamente leggeri, e da un temporale spaventoso, partiamo per riattraversare la Germania e tornare a casa.
Decidiamo fin da subito che non utilizzeremo le famigerate toilette a pagamento, ma che ci fermeremo nei parcheggi e lasceremo che la natura si occupi dei nostri contributi. Scopriamo che non siamo gli unici che adottano questa politica, dato che i margini dei boschi che costeggiano i parcheggi sono infiorati da una cospicua messe di fazzolettini di carta.
Ci fermiamo a Monaco, in un biergarten vicino all'Englische Garten, per incontrare un amico, con cui finiamo per parlare delle condizioni pietose della politica italiana. Che poi sembra così lontana in questo giardino, col sole che è finalmente tornato a splendere, e dei deliziosi wurstel davanti.
A malincuore ripartiamo per affrontare l'ultimo tratto. Siamo stanchissimi, semiaddormentati, e solo il miraggio del nostro letto ci mantiene in rotta.
Alle 23.30 ci siamo. Salutiamo i gatti, che per fortuna sono già stati sfamati dall'amica che viene a fare la catsitter in nostra assenza, e piombiamo in un sonno profondo.
Non che oggi siamo più svegli di ieri ... l'età avanza e i tempi di recupero aumentano, ahimè ...

I libri di luglio

Grand River - Wu Ming - 28.07.2008
Cistiani di Allah - Massimo Carlotto -24.07.2008
L'estate dei morti viventi - John A. Lindqvist - 22.07.2008
Un oscuro bisogno di uccidere - Massimo Picozzi - 19.07.2008
L'abito di piume - Banana Yoshimoto - 17.07.2008
Tornare a galla - Margaret Atwood - 16.07.2008
Il cielo diviso - Christa Wolf - 12.07.2008
Il pozzo - Elizabeth Jolley - 08.07.2008
Come cucinarsi il marito all'africana - Calixthe Beyala - 07.07.2008
Il treno dell'ultima notte - Dacia Maraini - 06.07.2008
Stella del mattino - Wu Ming 4 - 04.07.2008
Incubi per re John - Pierfrancesco Prosperi - 01.07.2008