martedì 29 aprile 2008

Il 25 aprile visto da un tedesco

Nella vita quotidiana dei tedeschi il 25 Aprile non ha mai avuto un ruolo significativo. Era e resta ancora un giorno qualsiasi. Sembra non ci sia nessun rapporto fra questa festa italiana e la cultura quotidiana in Germania.
Davvero?
Non dobbiamo dimenticare l’importanza che ha avuto questo giorno per gli italiani negli decenni del dopoguerra e perché è diventato la data principale per l’Italia democratica e civile.
E’ il giorno della Liberazione, liberazione dal fascismo in genere e dall’ occupazione della Wehrmacht nazista in particolare.
La Costituzione italiana non è pensabile senza il riferimento al 25 Aprile 1945.
Come tedesco nato negli anni del dopoguerra, che si autodefinisce antifascista non di origine familiare ma di formazione morale, intelletuale e politica, potrei partecipare senza esitazioni alla Festa degli Italiani e vi ho partecipato anche tante volte in Italia.
Ma si deve anche un po’ ragionare sul ruolo specifico di un tedesco a confronto con il 25 Aprile.
Nessuno della nostra generazione è personalmente colpevole per le stragi orribili commesse dai soldati tedeschi in Italia, per esempio a Marzabotto nell'Emilia o Sant’Anna di Stazzema in Toscana, dove i soldati della Wehrmacht hanno massacrato più di 500 persone, fra i quali più di 100 bambini in poche ore.
Non siamo colpevoli per questa storia di barbarie totale, ma siamo costretti a non dimenticare mai questa pagina nerissima nell’album della storia tedesca.
La mia generazione, politicamente più o meno impegnata, sopratutto durante gli anni sessanta e settanta, ha avuto sempre un attegiamento un po’ superficiale verso l’Italia.
Abbiamo cantato con tutta la nostra forza «Bella Ciao» perché è una canzone di lotta e suona magnifica. Talvolta l’abbiamo cantata anche alla fine delle feste private, spesso già ubriachi.
Non voglio dire che Bella Ciao o canzioni di quest’origine storica siano una musica sacra, ma hanno un significato particolare per gli italiani, almeno quelli che hanno veramente partecipato alla Resistenza in prima linea contro gli occupanti tedeschi.
Posso dire solo che cosa fu per me la Resistenza: l'ho imparato molti molti anni dopo, fra l’altro attraverso il libri di Nuto Revelli o di Vittorio Foa, i miei testimoni preferiti di quest’epoca.
Ma anche attraverso le pagine che ha dedicato Antonella (Antonella Romeo) alla Resistanza nella sua famiglia.
Da Revelli ho imparato il dovere di fare una ricerca storiografica sempre senza pregiudizi ideologici e da Foa, per anni detenuto nelle carceri fasciste, si può imparare, anche come tedesco, cosa significa un antifascismo non-retorico e non strangolato da un pathos talvolta ridicolo.

Carl Wilhelm Macke Monaco di Baviera/ Ferrara

Ringrazio Carl-o, come si firma nelle sue mail, per avermi permesso di pubblicare questo suo contributo, e lo ringrazio anche per aver cantato, anche se giovane e forse ubriaco, Bella Ciao in Germania, pensando che in Italia c'è stato un sindaco che ne ha vietato il canto nel corso dei festeggiamenti del 25 aprile (2008).

giovedì 24 aprile 2008

Venere più X (*)

Stamattina il tempo era bellissimo, per cui al risveglio ho detto al prof che mi sarebbe piaciuto fare un lungo giro in bicicletta.
Ha acconsentito, così ci siamo alzati, abbiamo fatto colazione, cibato i gatti, espletato bisogni vari, fatto la doccia, insomma che poco dopo le nove a parer mio si sarebbe potuti partire.
Mentre mi allacciavo le scarpe il prof mi dice: ah, ma fai con calma, che io devo tirare i raggi della bici.
Devi fare che cosa? dico io
Ora, io di bicilette so esclusivamente che hanno ruote e pedali, e che pedalando ti portano in giro, non ho nemmeno una bicicletta col cambio perché ho paura di incasinarmi, ma so che tirare i raggi non è una operazione banale.
Comunque lui ribatte che deve tirare i raggi della bici.
Ma sai come si fa? chiedo
E che ce vo', risponde
Ora, quando il prof risponde così la situazione ormai è quella di una locomotiva lanciata a tutta velocità contro una parete di cemento, coi freni rotti, non si può fare nient'altro che togliersi dal suo percorso e andare a vedere dopo l'impatto che cosa è rimasto.
Così lui scende in cantina, e io guardo la posta sul pc, poi ricevo una telefonata che diventa lunghetta, e finisce alle dieci passate.
A questo punto scendo, butto la pattumiera e vado in cantina, e trovo il prof incazzatissimo perché adesso che lui ha tirato i raggi quella cavolo di bici si ritrova con la ruota dietro bloccata.
Ormai non è nemmeno il caso di parlare della gita in bici.
Bisognava portarla dal ciclista già da prima, gli dico
Ma il ciclista costa, risponde
E adesso costerà di più, concludo
Portiamo la bici in cortile, dove un vicino sta accuratamente lustrando una vecchia bicicletta.
Il prof gli piomba addosso come un avvoltoio, sperando che lo possa aiutare a risolvere il problema, il vicino sghignazza, gli spiega che tirare i raggi non è una cosa per dilettanti (lo ha detto un altro maschio, e quindi china il capo e incassa), e come unico aiuto gli suggerisce l'indirizzo di un meccanico ciclista.
Cerchiamo di infilare la bici in macchina, ma è necessario smontare la ruota davanti, cosa che si rivela al di sopra delle nostre capacità, per cui issiamo il portabici, ci mettiamo sopra la bici, e via.
Usciamo dalla via di casa, e lui prende la strada a destra, mentre per andare dal ciclista suggerito dal vicino saremmo dovuti andare a sinistra.
Dove vai? gli chiedo
A vedere se c'è l'ometto, risponde
L'ometto è un pensionato, quasi sicuramente mezzo alcoolizzato, che qualcuno, non ricorda più chi, gli ha detto essere capace di riparare le bici se non ubriaco, e questo in virtù del fatto che il padre era meccanico ciclista, perché lui di suo faceva il muratore.
Taccio per decenza, perché i commenti sarebbero stati irriferibili, e per fortuna l'ometto non c'è, così finalmente ci dirigiamo dal ciclista.
Ci dicono che la bici sarà pronta stasera alle sette, e il prof passa il pomeriggio a pensare a quanto spenderà.
Non dice niente, ma io sento il rumorino che fanno i suoi pensieri.
All'ora stabilita andiamo a prendere la bici.
Ci vengono incontro con la bici riparata e un cerchione in mano.
Il prof impallidisce visibilmente.
Il meccanico spiega che c'è un limite a cui si possono tirare i raggi, e che poi il cerchione era già deformato, probabilmente da una buca, per cui il lavoro malfatto ha peggiorato la situazione e impedito di provare a raddrizzare il cerchio.
Intanto che c'erano gli hanno anche tarato il cambio, che non ne avevano mai visto uno messo peggio.
Con voce malferma il prof chiede il conto: sono 25 euro. Prezzo decisamente onesto e, soprattutto, di un bel po' inferiore alla cifra che evidentemente di stava gonfiando nei pensieri del prof, il quale, visibilmente sollevato, paga.
Usciamo nel piazzale, sale sulla bici e la prova: va come un violino, nemmeno da nuova è mai andata meglio, al punto che il prof decide di tornare a casa in bicicletta.
Salendo in macchina gli rifilo un: hai visto che è meglio rivolgersi a chi sa quello che fa invece che inventare o chiamare omini e omuncoli? e si spende pure poco.

Conclusione: ma perché gli uomini, solo per il fatto di essere uomini, devono essere convinti di saper fare tutto? Io credo che sia colpa del maledetto cromosoma Y, che, vistosamente zoppo, gli provoca delle vistose crisi di autostima, e loro, poveri, rimediano come possono.

(*) Venere più X è il titolo di un romanzo di Theodore Sturgeon che parla dell'identità sessuale

mercoledì 23 aprile 2008

Clafutis in biciletta

Il tempo ci sta facendo impazzire: lunedì siamo usciti col sole, siamo andati a fare la spesa in bici, e quando siamo usciti dal supermercato pioveva, e sì che non ci siamo stati più di mezz'ora.
Ieri tappati in casa, con un freddo degno di novembre.
Stamattina non pioveva, ma era un po' nuvoloso, ma avevamo lo stesso voglia di uscire, e così ci siamo azzardati a prendere le biciclette.
Siamo andati al supermercato più lontano da casa dei due vicini a casa (si, lo so, la frase è involuta, ma è così), e mentre pedalavo mi sono presa nota mentale di un fosso le cui ripe erano piene di fiori di fragola, posto quindi da ricontrollare in futuro, mi sono dispiaciuta del fatto che tutta quella pioggia abbia fatto crescere le ortiche alte come arbusti, e quindi inutilizzabili per fare una frittata, e insomma, ho fatto tutte quelle osservazioni che in macchina non si possono certo fare.
Arrivati al supermercato, ci siamo presi un caffè, poi abbiamo fatto un giro in edicola, e alla fine abbiamo fatto la spesa vera e propria.
Abbiamo preso la solita dose industriale di carne per i gatti, un po' di verdura, qualche troiatella tipo le pirofiline di porcellana per fare gli sformati da porzione, che probabilmente verranno usate una volta l'anno, ma erano carine e in offerta, e poi gli ingredienti per fare il clafutis.
Il tutto è entrato tranquillamente in una singola borsa della spesa, che è stata messa in uno dei dei cestini delle bici per il ritorno a casa.
Mentre uscivamo dal supermercato abbiamo visto una coppia che si stava sfiancando per spingere un enorme carrello, il cui contenuto era in gran parte costituito da bottiglie d'acqua minerale, naturale.
Mi hanno fatto un po' pena. Traportare tutta quell'acqua, e magari anche loro come noi abitano al terzo piano senza ascensore, quando gliela porta a domicilio l'acquedotto, e poi, tanto continuare la fatica, portare da basso la plastica, e alla fine, oltre a pagare l'acqua (cara), la plastica, gli tocca anche pagare la tassa dei rifiuti.
E mannaggia, quella la devo pagare anch'io, per colpa loro!
Cmq dicevo, mi facevano un po' pena, mentre caricavano le loro bottiglie sulla macchina, mentre noi ce ne andavamo via leggeri, con la nostra spesa, in bicicletta.

Clafutis di fragole
80 g di farina, 60 g di zucchero, 1 pizzico di sale, 1 scorza di arancia, 1 scorza di limone, 200 cc di latte, 50 cc di panna fresca, 2 uova, 1 busta di vanillina, 1 cestino di fragole (c.ca 300 g).

Pulire le fragole e disporle sul fondo di una pirofila imburrata.
Unire in una ciotola lo zucchero, la farina, il sale e le scorze di frutta. Amalagamare le uova una alla volta, quindi aggiungere il latte, la panna e la vanillina, battendo con una frusta fino ad avere un composto liscio e cremoso.
Versarlo sulle fragole e informare a 200 °C per 30 minuti.
Sfornare e servire tiepido.

martedì 22 aprile 2008

30 ore per la vita

Io non parlo mai di televisione, non ce l'ho e quindi è del tutto sciocco che ne parli, però di questo evento voglio parlare.
Non dei personaggi invitati, non dello spettacolo in se stesso, ma del suo fine: sto parlando di 30 ore per la vita, che è in corso da ieri ed è dedicato alla raccolta di fondi per acquistare la terapia, che poi viene somministrata gratuitamente, che consente a donne sieropositive di avere bambini sani.
La terapia per una donna costa 200,00, una cifra francamente irrisoria per un trattamento così importante
Si può donare tramite sms, e ieri, durante la trasmissione radiofonica di Fiorello Viva radio 2, sono stati raccolti abbastnza fondi per salvare 700 bambini.
Chissà perché, tutto questo mi fa pensare, ancora, alla campagna elettorale di Giuliano Ferrara.
Ma porca miseria, se proprio ci tiene così tanto a salvare bambini non nati, perché non ha destinato
i suoi  soldi a questa iniziativa, invece di gettarli in una campagna elettorale che se solo ci avesse pensato avrebbe capito che era fallimentare?
Certo, è più facile gettarsi contro i mulini a vento che combattere per qualcosa di concreto.
Nel primo caso ci si può ammantare dell'aura dei poveri incompresi.

lunedì 21 aprile 2008

Stomaci forti

Oggi una ricetta per stomaci veramente forti, composta da un presidente del consiglio e dal suo vice.
I due ingredienti sono del tutto indigeribili, per cui si prega di trattarli con la dovuta cautela, soprattutto se il piatto viene preparato per ospiti internazionali, abituati a piatti più fini e delicati, e, soprattutto, dotati di buon gusto.

Il Presidente del Consiglio



Il suo vice

venerdì 18 aprile 2008

My two cents

Ieri ho accennato a Giuliano Ferrara e stamattina, mentre cercavo della documentazione su google, con dei criteri di ricerca che comprendevano le parole inceneritore, discarica e altri, mi è saltato fuori un articolo del "Foglio", nel quale Giuliano ferrara ammetteva che quello che è successo al suo partito è stata una catastrofe.
A parte l'assoluta e imprevedibile stranezza dell'associazione fatta da google tra Giuliano Ferrara e le discariche, vorrei offrire una mia piccola interpretazione dei risultati al povero giornalistone, che evidentemente, nonostante il millantato servizio nella CIA, in analisi non è molto ferrato.

1)  il simbolo
Credo che nemmeno uno studente di grafica poco dotato potesse mettere insieme un simbolo più anonimo di questo, pun in una panoramica di simboli monotoni e non attraenti. Giulianone, te lo sei fatto da solo col Word Art, dì la verità (anche perché forse non hai trovato nessun professionista che si prestasse a mettere il suo lavoro al servizio di una iniziativa tanto ignobile)

2) il programma
Caro Giuliano, forse non hai capito che nessuna donna è fanatica dell'aborto. Se lo pensi o ti hanno raccontato una balla e te la sei bevuta, o sei veramente uno sciocco. Le donne aborriscono l'aborto, ma questo non significa che sono disponibili a mettere al mondo figli sempre e comunque, e soprattutto, non sono disponibili a lasciarsi trattare da bestie da monta.

3) il candidato
Caro Giuliano, dal fetido aspetto di pasta di pane troppo lievitata, scoprire che la propria madre, se solo avesse potuto non ci avrebbe voluto (cosa che suppongo sia avvenuta, dato l'ingiustificato, improvviso livore della tua conversione sulla via della maternità forzata), non è un buon motivo per riportare l'orologio del mondo al medio evo, e infatti le donne, anche se possono essere stupide e 
masochiste quanto vuoi, non te l'hanno permesso.

E dopo questa brillante analisi ...

Risotto con fave e gamberetti (x 2 persone)
400 g di fave freschissime, 1 manciata di code di mazzancolla crude,  1/4 di cipolla, 1 litro di brodo vegetale, 180 g di riso Vialone nano, 10 g di burro, 1 cucchiaio di
prezzemolo tritato.
Sgranare le fave. Far bollire il brodo, aggiungere le fave e far cuocere per qualche minuto.
Nel frattempo rosolare la cipolla tritata in poco olio di oliva, tostare il riso e aggiungere un mestolo di brodo. Quando il brodo è asciugato, aggiungere le fave scolate, e altro brodo, un po' alla volta, fino a cottura quasi completa. Aggiungere le mazzancolle sgusciate, terminare la cottura, mantecare col burro e il prezzemolo e servire molto caldo.

giovedì 17 aprile 2008

Le sarde "abbottonate"

Come sempre succede dopo un tour de force lavorativo, una volta terminato sopraggiunge il rilassamento, e stamattina l'idea di rimanere in casa mi dava profondamente fastidio.
Così ho approfittato che il prof doveva andare a fare una visita medica per accompagnarlo (lo so che non è quel gran giro, ma piuttosto che niente è meglio piuttosto), e poi siamo andati a fare la spesa in un supermercato dall'altra parte della città che ha prodotti molto buoni e convenienti, solo che di solito per noi è un po' scomodo.
Infatti c'era molto pesce a prezzo decisamente interessante, così ho fatto una buona scorta.
Ho preso sarde per noi e filetto di merluzzo, che era in offerta, per i gatti.
Ai gatti l'ho dato stasera. La piccola Firestarter, la più giovane della banda, si è avventata sul piatto, cacciando via tutti gli altri, che sono più grandi di lei da 4 a 10 volte, a soffiate, dopo di che si è rimpinzata fino ad avere letteralmente la pancia deformata. Poi si è trascinata verso una sedia, ci è più o meno saltata sopra, assai goffamente, e appena arrivata sulla seduta, si è addormentata di botto, e sta ancora dormendo, nonostante io poco fa abbia provato a tentarla con un pezzetto di parmigiano, che le piace molto.
Le sarde le abbiamo cucinate "abbottonate", cioè imbottite, ripiene.

Sarde "abbottonate" (x 2 persone)
8 grosse sarde diliscate e aperte a libro, olive di Gaeta, prezzemolo, aglio, pane grattuggiato, olio di oliva.
Tritare finemente le olive, il prezzemolo e l'aglio, unire il pane grattuggiato e l'olio, per ottenere una specie di pastella.
Coprire il fondo di una teglia con carta da forno leggermente oleata, disporre 4 sarde con la polpa verso l'alto, disporci sopra il ripieno e chiudere con le altre sarde, messe con la pelle verso l'esterno.
Irrorare con un po' di olio di oliva e spolverare di prezzemolo tritato.
Infornare a 180 °C per 20 minuti.

Il nostro pellegrino, ovvero Benedetto XVI, detto familiarmente Nazinger, come tutti ormai sanno si trova negli Stati Uniti, e ha pronunciato parole di profondo dolore e dispiacere su quasi tutto.
Va bene la pedofilia, vanno bene gli schiavi negri e gli indiani d'america, ma, Santo Padre, e la pena di morte?
Mi pare proprio un usare due pesi e due misure tutto questo pandemonio per persone che sono già morte, così come per quelle che non sono ancora vive, e poi nemmeno una parolina contro la pena di morte.
Ci sono proprio esseri umani di serie A e di serie B ... o meglio, se non sei un essere umano, o non lo sei più, sei di serie A, altrimenti, beh, si provvede a farti diventare un essere umano di serie A, no?

L'unica cosa che mi ha fatto piacere di queste ultime elezioni è che nessuno, ma proprio nessuno si è filato Ferrara ... e meno male ...

mercoledì 16 aprile 2008

La politica del pesto

Dovrei tornare a parlare di cucina, e di tutte le altre cosette che hanno ispirato questo blog, ma sono ancora troppo sconvolta da quello che è appena successo in questo paese nel fine settimana appena passato.
Oggi il cavaliere dice che dovranno essere fatti sacrifici e dovranno essere varate misure impopolari.
Che è quello che ha fatto Prodi in questi due anni, avendo trovato un paese vicino alla bancarotta, vicino a fare la fine dell'Argentina, e con in pendenza una valanga di procedure di infrazione da parte della Comunità Europea.
Ma questa politica non ha premiato, oltre a tutta una serie di altri motivi ovviamente, e la gente ha preferito essere imbonita dai sogni invece che occuparsi della realtà.
E oggi il paladino dei sognatori parte dicendo che dovranno essere varate misure impopolari?
Di che tipo di grazia? Inculata obbligatoria per tutti?
Ma per l'amor di dio ...

Vabbè, parliamo di pesto, ma non di pesto ligure, di una piccola invenzione del prof per pranzo.
Per tutta una serie di motivi oggi siamo arrivati a casa tutti e due tardissimo e affamati, e senza avere avuto il tempo di fare la spesa.
Mentre io davo una spazzata al salone, impelato alla grande come ogni giorno, il prof ha messo su una pentola d'acqua e iniziato la meditazione trascendentale, che si è conclusa con la produzione di uno strano pesto, che è risultato buonissimo.
Non mi ha dato la ricetta, ma penso che possa essere ricostruita in questo modo:

Pesto di olive taggiasche
una manciata di prezzemolo, una manciata di pinoli, due filetti di acciuga, qualche oliva di gaeta snocciolata, un cucchiaio di olive taggiasche snocciolate, un peperoncino, olio extravergine di oliva, 1 spicchio d'aglio.
Tritare le olive. Mettere in un pestello tutti gli altri ingredienti, e pestare aggiungendo olio a filo fino a ridurre in crema. Aggiungere le olive e amalgamare.
Rosolare in poco olio lo spicchio d'aglio a fettine, aggiungere il pesto e scaldare lievemente, diluire con un paio di cucchiai d'acqua di cottura della pasta, che sarà fatta saltare col pesto prima di servire.

martedì 15 aprile 2008

Giro giro ...

giro giro Tondo
casca il mondo
casca la terra
tutti giù per terra ...

ma i friulani, ci sono o ci fanno?

lunedì 14 aprile 2008

San Mangano stalliere in Arcore

Bene, il grande parolaio ha rifatto il miracolo, ha incantato la maggioranza dei votanti italiani e rivinto le elezioni.
Oppure no, gli italiani hanno consapevolmente votato il nano, convinti che sia in grado di dare a tutti due galline per pranzo.
Ancora, le elezioni le ha perse la sinistra, perché sono sporchi, brutti, cattivi e comunisti, e soprattutto non sono capaci di volare alto, non hanno la tipica fantasia italiaca, e vuoi, vedere, son dei freddi
russi stalinisti (ma chi, per l'amor di dio?)
Oppure, il bieco Bertinotti, stufo di fare politica, ha manovrato perché gli elettori lo mandassero a casa.
No, non è vero, è colpa delle schede confuse, persino il prof stava per votare PLI invece che PD. Ma cavolo, sti comunisti, non sono capaci di fare delle vuone schede con una legge elettorale confusa!
No, è colpa dei brogli elettorali, solo che con la confusione delle schede gli imbroglioni hanno aiutato il PdL.
E' stato Mastella, che ha mastellato il governo Prodi, e lo ha fatto così bene che gli elettori non hanno capito che cosa è successo.
Solo i grulli votano la sinistra, dice il coducator, e si fa fotografare con un calciatore mostrando come i calciatori dei quali uno famoso avrebbe detto che avrebbe votato sinistra, non hanno nulla tra le orecchie (e la foto sta sul Telegraph)
No, ho capito l'arcano, è stato il martire San Mangano stalliere in Arcore! Dell'Utri lo ha nominato e lui ha prontamento fatto il miracolo.

domenica 13 aprile 2008

Le bugie hanno le gambe corte (nonostante i tacchi)

Oggi prima giornata di voto, dopo questa campagna elettorale che è riuscita ad essere fiacca ed estenuante e insopportabile nello stesso tempo.
Come ha magnificamente detto il buon Vauro nella sua vignetta sul Manifesto, con una mano ci siamo turati il naso, con un'altra ci siamo parati il culo, e siamo entrati nel seggio.
E lì ci sono letteralmente cadute le palle in terra.
Premetto che abbiamo religiosamente ficcato nella raccolta differenziata tutti i santini elettorali che ci sono stati infilati nella cassetta della posta, senza aprirli, per par condicio, per cui ci siamo resi conto di alcune cosette proprio lì, al seggio.
Dunque, avete presente il buon Casini che ha fatto tutta la sua campagna elettorale dando dietro al suo ex alleato Berlusconi?
Ma quale ex alleato! I due si sono divisi a livello nazionale per inculare un po' più di elettori, così che chi proprio si schifa di votare Berlusca possa votare Casini, convinto di votare il centro, tanto i due si rimetteranno insieme subito dopo il voto, e questo è chiaro vedendo gli apparentamenti nelle liste locali, dove il buon Casini sta alla destra del bisunto del signore!
Siccome ho deciso che stare zitta non mi fa bene alla pressione, ho espresso ad alta voce il mio parere su questo immondo ballista.
Non sarà servito a niente, dato che in Italia non si vota per la bontà dei programmi e l'onestà dei candidati, ma per altri e imperscutabili motivi, ma per lo meno chi era nel seggio in quel momento non può dire di non essere stato avvertito quando scoprirà che ha votato Casini contro Berlusconi e invece i due sono più pappa e ciccia di prima.
Dopo di che, intanto che c'ero, siccome sulle liste ho trovato un po' di personcine che conosco, e che non stimo, ho espresso ad alta voce la mia scarsa stima nei loro confronti.
Alla fine, sfogata pur se non soddisfatta, che la soddisfazione l'avrei avuta solo vedendo il fuoco divino scendere dal cielo, sono entrata nella mia sezione, e ho chiesto se si poteva votare sputando sopra la scheda, dopo aver ingerito adeguata dose di liquerizia per rendere indelebile il voto.
La presidente di seggio ha ridacchiato, mi ha consegnato le schede e la matita copiativa, non mi ha chiesto se avevo mezzi per fotografare il voto, e mi ha lasciato entrare in cabina.
Ho votato, ebbene, si, rimettendomi una mano a proteggere il naso, un'altra a proteggere il culo e reggendo quindi la matita con i denti.
Voglio Zapatero!

giovedì 10 aprile 2008

Insatala di carciofi

Oggi sono tornata in cucina, e ho preparato una magnifica insalata di carciofi, piatto tipicamente primaverile, di cui avevo una gran voglia anche se piove a dirotto e sembra più novembre che aprile.

Insalata di carciofi (x 2 persone)
4 carciofi, 2 uova, 2 fette di prosciutto crudo, erba cipollina, sale, pepe, succo di mezzo limone, olio extravergine di oliva.
Pulire i carciofi, tagliarli a fettine e immergerli in acqua acidulata con succo di limone.
Cuocere i carciofi per 6 minuti in acqua bollente salata, quindi scolarli e porli in una insalatiera.
Rassodare le uova, sgusciarle e tagliarle a fettine.
Grigliare le fette di prosciutto e ridurle a pezzi.
Mettere il tutto nell'insalatiera assieme ai carciofi
Condire l'insalata con erba cipollina, pepe e olio.

L'insalata era molto buona, leggera e gustosa, ma non è riuscita a farmi digerire le ultime dai nostri politicanti.
Io non sono una grande amante di di Pietro, politicamente non mi rappresenta, ma il fatto che il nanetto abbia detto che ha una laurea fasulla è gravissimo.
Innanzi tutto perché di Pietro ai tempi è stato un ottimo pm, poi perché ha indubbiamente il coraggio delle proprie opinioni, e poi perché un attacco a di Pietro è una ottima esemplificazione di quello che aspetta alla magistratura se Berlusconi tornerà al governo.

Dopo di che mi associo a Napolitano, che da buon napoletano starà a toccarsi da un paio di giorni, cioè da quando il solito nano dalla bocca larga ha detto che il Quirinale dovrebbe essere liberato dalla sua presenza.

Non ho parole, non ne ho più, è veramente molto difficile stare dietro a tanta cattiva volgarità.

mercoledì 9 aprile 2008

Nemmeno più la scusa dell'influenza

In questi giorni ho avuto ancora a che fare con l'influenza. Niente più febbre, ma molta tosse che non mi lasciava riposare la notte, e come conseguenza debolezza, giramenti di testa, nausea.
Un vero schifo insomma.
Oggi invece credo di aver finalmente superato la china, ho avuto una giornata normale e normalmente produttiva, e mi sono resa conto che diverse cose, che speravo fossero male interpretazioni da delirio febbrile, sono invece la tremenda realtà di questa campagna elettorale.
Me ne sono accorta così bene che a un certo punto mi sono messa a urlare come una pazza ascoltando un giornale radio, e al prof, che mi chiedeva di darmi una calmata, ho risposto che siamo a questo punto a causa della nostra troppa correttezza, che se ci fossimo messi a spernacchiare pubblicamente certa gente tanto tempo fa, adesso non ce la ritroveremmo sul gobbone.
Una pernacchia li avrebbe uccisi, e invece adesso ci tengono il loro giogo sul collo.
Non ho nemmeno la forza di commentare le tante bestialità sentite oggi, solo una breve nota su un condannato per mafia (dell'Utri), che da dell'eroe a un altro condannato per mafia, e minaccia di revisionismo la resistenza.
Ma tant'è, dire che si hanno simpatie mafiose e fasciste è di moda, è il nuovo bon ton, gradito alla politica degli stronzi e gradito alla chiesa cattolica.
Siccome io detesto le mode, rivendico il fatto di essere comunista, di essere più a sinistra della sinistra bertinottiana, di essere fermamente convinta che il posto dei
fascisti sia ben lontano dal parlamento, che il posto dei leghisti sia nelle osterie, dato che la logica
e la dialettica sono quelli degli ubriachi, rivendico che un capo del governo che pretende che ai pm
sia fatto un esame di sanità mentale, pensando che lo stesso debba consistere nell'essere in suo favore,
altrimenti si è matti, è giusto pronto per il manicomio.
E rivendico che i condannati stanno nelle patrie galere, non candidati al governo!

giovedì 3 aprile 2008

Pesche sciroppate

E' un po' di giorni che non scrivo un post sensato, per la semplice ragione che una bella influenza di fine stagione, corredata da febbrone da cavallo, nausea, e chi più ne ha più ne metta, mi ha tenuto a letto.
A me la febbre viene molto raramente, anzi, ad essere sincera una febbre così alta non mi veniva da quando ero bambina, ma mi sono ritrovata a provare la stessa sensazione di assoluto straniamento, come se il mondo fosse una cosa inutile, informe e lontana, con l'impossibilità di guardare verso l'orizzonte perché è nebuloso e instabile.
Un'altra cosa che ho ritrovato uguale è stata l'improvvisa e inspiegabile golosità nei confronti delle pesche sciroppate.
Io non mangio mai pesche sciroppate, nemmeno le vedo quando ci passo di fianco al supermercato, eppure sabato, il giorno prima di dare seriamente forfait, di puro istinto ne ho comprato un po' di barattoli, e infatti fino a ieri sono riuscita a mangiare solo quelle.
Che oggi sia l'inizio della guarigione l'ho intuito dal fatto che quando mi sono alzata non avevo voglia di pesche sciroppate, e sono riuscita a mangiare ben due fette di pane con un velo di marmellata.
Per il resto niente, lo stomaco si è chiuso di nuovo, e l'idea di metterci dentro qualcosa mi da nausea.
Devo dire però che questi giorni di ottundimento un risultato positivo lo hanno ottenuto: le notizie dal mondo esterno mi sono arrivate ovattate e quasi irreali, per cui posso ancora provare a credere che non è vero che il messaggio mafioso inviato dal nanetto in merito alle trattative Alitalia sia arrivato a segno (a proposito, grazie Rokko per i dati su Malpensa), posso ancora provare a credere che la Pizza DC è la fantasia di un pizzaiolo, che Veltroni ha allontanato la Binetti dal suo partito per manifesta incompatibilità, che Giuliano Ferrara è marcato Michlen ...

No eh?

Chi mi rappresenta?

mercoledì 2 aprile 2008

I libri di marzo

Terra! - Stefano Benni - 30/03/2008
I peccati di Peyton Place - Grace Metalious - 29/03/2008
Previsioni del tempo - Wu Ming - 28/03/2008
Morire a Italbar - Roger Zelazny - 27/03/2008
Il serpente di pietra - Jason Goodwin - 24/03/2008
Il sangue versato - Åsa Larsson - 22/03/2008
Necropoli - Boris Pahor - 17/03/2008
Ghiaccio nero - Michael Connely - 13/03/2008
Il pittore di battaglie - Arturo Pérez-Reverte - 09/03/2008
Gli orrori di Quetzalia - James Morrow - 04/03/2008
Bedenheim 1939 - Aharon Appelfeld - 02/03/2008
Manuale di sopravvivenza per immigrati clandestini - Piero Colaprico - 01/03/2008