sabato 8 agosto 2009

Si viaggiare ...

Eccomi qui a Bologna, prima tappa del mio viaggio. Sono arrivata un'ora fa, leggermente in ritardo sulla tabella di marcia propostami da viamichelin, ma non per colpa del sito di mappe: pura colpa dell'assurda segnaletica stradale italiana.
Premesso che, come previsto, non ho utilizzato l'autostrada, sono partita da Udine alle 14.30, e sarei dovuta arrivare intorno alle 19,15, e sarei anche arrivata in anticipo se non mi fossi definitivamente persa entrando a Bologna. Vero che Lucio Dalla dice che a Bologna non si perde neanche un bambino, ma parla del centro, non della periferia, vabbè.
Non fare l'autostrada ha una serie di vantaggi che compensano il, peraltro discutibile in un sabato da bollino nero, risparmio di tempo.
Il viaggio è più vario e interessante, e permette di vedere paesi che spesso sono solo nomi su cartelli segnaletici finché non ci si passa attraverso, la velocità più bassa consente un notevole risparmio di carburante (io ho consumato la metà di quello che normalmente consumo venendo a Bologna in autostrada), e in più non c'è il pedaggio da pagare, che cosa si vuole di più dalla vita?
Per arrivare qui ho attraversato diverse regioni e diversi paesaggi, dalla bassa udinese, con i suoi muri di mais quasi pronto da raccogliere, alla campagna veneta, con le bonifiche deturpate da innumerevoli capannoni, alla periferia di Rovigo, che, fino a Ferrara, è un unico ignobile centro commerciale, alla campagna emiliana, già con l'aspetto disordinato, quasi sfatto, della fine della stagione fertile, quando il grano è stato mietuto e nei campi rimangono solo le stoppie bruciate dal secco, che però non è così feroce da impedire la crescita delle malerbe, che fanno capolino qua e là come una muffa verdastra.
Il mio viaggio è punteggiato dalle rotonde, vecchie, nuove e in costruzione.
Sono arrivata a pensare che tutta qesta proliferazione non sia funzionale allo smaltimento del traffico, quanto al suo indirizzamento verso i centri commerciali.
Mi spiego. Ho appena abbandonato la strada regionale 104, prendo la strada provinciale 92 e quindi devo attraversare un paese che si chiama Bagnoli di Sopra (no, non so se esiste anche un Bagnoli di Sotto, in ogni caso non era sul mio tragitto). Seguo le indicazioni stradali, anche se differiscono lievemente dal mio tracciato, d'altra parte la strada è nuova, ed è possibile che Viamichelin non l'abbia ancora registrata.
Finisco nel parcheggio di un centro commerciale, scoprendo nel contempo dove sono tutti gli abitanti di una vasta zona che fino a quel momento credevo deserta.
Torno indietro, convinta di aver sbagliato qualche cosa, riseguo pedissequamente i cartelli stradali, che indicano a chiare lettere Bagnoli di Sopra, ma non il Centro Commerciale, e mi ritrovo nel parcheggio del centro commerciale, dal quale peraltro pare non esserci via di uscita, se non tornando sui propri passi, cosa che faccio immediatamente.
A questo punto me ne sbatto dei cartelli e seguo di nuovo la mappa, e magicamente, eccomi a Bagnoli di Sopra, dove faccio l'unico vero errore, vale a dire dovuto a mia cattiva lettura della mappa, dell'intero percorso. Ho una scusante: guido da quasi tre ore, sono stanca e assetata, e da diversi km nella mia mente si è formata l'immagine del tragico bicchierone di acqua e menta.
Così la vista di un bar mi fa leggere sinistra al posto di destra, mi arrendo, parcheggio sulla piazza di Bagnoli di Sopra, faccio un paio di foto commemorative, ed entro nel bar.
Il locale è dotato di aria condizionata, ragione per cui è strapieno di tutti gli anziani del paese, che, stravaccati in varie pose, giocano a carte. Il mio ingresso li ammutolisce. D'altra parte sono più o meno tutti in quell'età per cui una cinquantenne mediamente abbronzata, discretamente tonica, in pantoloncini corti e occhiale scuro costituisce una botta di giovinezza, per cui mi presto al gioco, andando e tornando dalla toilette col mio miglior passo ancheggiante.
Poi mi fiondo al banco, dove chiedo alla barista cinese l'intruglio agognato.
C'è da dire che solo una persona affetta da arsura cerebrale può pensare di dissetarsi con acqua e menta. Il beverone è una ignobile truffa, e lo so benissimo, ma tan'tè, mi sono creata il riflesso pavloviano da sola. Lo bevo praticamente in un sorso, pago, esco da locale con la stessa sete di prima, e via, verso la fine della mia avventura.
Passo Rovigo, passo Ferrara, arrivo finalmente a Bologna. Il cielo inizia a scurire, così cambio gli occhiali, entro in città, canto vittoria, e immediatamente mi perdo. Per fortuna che c'è il cellulare, e il buon Luka mi guida fino a casa sua. E adesso, finito il resoconto, e arrivato il resto della banda, ci metteremo a tavola con una impepata di cozze. Alleluja!

La chiesa di S. Michele, a Bagnoli di Sopra

La bellissima facciata di Villa Widman, a Bagnoli di Sopra, che meriterebbe di essere per lo meno ripulita dalla muffa che la corrode.

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