venerdì 21 agosto 2009

Parola d'ordine: ordine!

Il mio resoconto di ieri è stato colpevolmente sbrigativo e lacunoso, a mia discolpa posso solo dire che quando l'ho redatto ero molto stanca, e così non ho affrontato un argomento di cui mi aveva accennato l'amico con cui ho cenato ieri sera. D'altra parte altrimenti il resoconto di oggi sarebbe inesistente, dato che ho trascorso la giornata un po' oziando in spiaggia, un po' dormendo e un po' passeggiando per i vicoli di Albisola.
Veniamo al dunque. Le ultime elezioni a sindaco hanno visto l'affermazione, nel comune di Albisola, del sen. Orsi, gentiluomo di chiara fama e con un teutonico senso dell'ordine.
Verso l'augusto personaggio si sono immediatamente levate le accorate proteste dei residenti dei vecchi vicoli del paese, quelli che dall'Aurelia si inoltrano verso la passeggiata a mare. Noi non possiamo dormire, dicono i residenti, qui c'è casino a qualsiasi ora del giorno e della notte, e soprattutto in estate, con le finestre aperte per via del caldo, tutti questi giovinastri che gozzovigliano sotto le nostre finestre, e chissà se si limitano a gozzovigliare, che poi da qui possono andare in spiaggia, sia mai che la luna, le stelle e l'andare e venire del mare gli ispirino atti contro la pubblica morale.
Detto fatto, il sen. Orsi emette un'ordinanza: il venerdì e il sabato notte, dalle tre alle sei e qualcosa del mattino, è impedita qualsiasi cosa in quella zona di cui sopra, compreso respirare. E' rigorosamente permesso solo il dormire, e solo se si è residenti.
E se siamo affittuari per le vacanze? Domanda un sacco di gente che si incontra nei vicoli, e che teme di non poter rientrare nel proprio alloggio se andrà in altro comune ad assistere a qualcuno dei numerosi spettacoli estivi, che si possono concludere anche piuttosto tardi, per non dire di chi pensa di passare la nottata a Montecarlo, che a questo punto dovrà rientrare solo a mattino inoltrato.
E io cosa faccio col mio forno? Dice il panettiere abituato a vedere scomparire la sua prima infornata di focaccia proprio alle tre del mattino, a temperare gli effetti dell'alcool che qualcuno a bevuto nelle discoteche del ponente.
Ma che senso ha rendere inaccessibile una zona della città? Chiede il prevosto?
Già, che senso ha mi chiedo io? Albisola è una città di mare a vocazione fortemente turistica, il che significa che la maggior parte degli esercizi commerciali del centro trae il suo guadagno in un periodo di circa tre mesi all'anno, e per farlo tiene aperto quasi 24 ore su 24, anche perché i turisti di giorno sono in catalessi sulla spiaggia, e cominciano ad andare un po' in giro dall'ora dell'aperitivo in avanti. La movida, come viene chiamata con un termine mutuato dallo spagnolo e che a me ricorda una tintura per capelli di uso domiciliare, non è una pessima abitudine insorta da quando si è importato il termine. Esiste da sempre, in quasiasi luogo di mare, basterebbe al senatore chiedere a qualche grande vecchio del suo partito, di quelli che da giovani andavano a trascorrere le vacanze al Forte dei Marmi.
Albisola non è il Forte? Indubbiamente no, ma il Forte è diventato tale perché ha avuto la spregiudicatezza di accogliere e favorire le stravaganze degli allora giovani vitelloni, molti dei quali oggi sono tra quelli che a pacificare la propria vecchiaia non fanno altro che pretendere restrizioni per coloro che vecchi non sono. D'altra parte ha ben detto de Andrè, si sa che la gente da buoni consigli se non può più dare cattivi esempi.
Per quanto mi riguarda, nonostante il mio ormai prossimo mezzo secolo, che fa si che mi venga sonno in orario da galline e non ricordi il nome del posto dove ho deciso di andare domani se non leggendolo sulla Moleskine dove l'ho appuntato, ricordo benissimo i pellegrinaggi fatti alle cinque del mattino per cercare un laboratorio di pasticceria che sfornasse bomboloni freschi, e mi chiedo perché, se io non mangio più bomboloni, debba prendermi la briga di impedirlo anche agli altri. E se pesa troppo l'astensione da simili piaceri, beh, basta tenere un alka seltzer a disposizione.
Last but not least, della pregevole ordinanza sono affisse copie in ogni e qualsivoglia angolo della piccola cittadina, così che, anche non volendo, l'ho letta e riletta più volte, e non mi suona bene, nella forma, che del contenuto ho già detto.
Si da il caso che per uno dei tanti casi della via abbia passato alcuni anni a scrivere ordinanze, e se quello seminato in giro è il testo ufficiale e completo, beh, è uno di quei testi che non avei mai fatto firmare al sindaco che ho servito, perché puzza di illegittimità. Ho chiesto all'amico residente di procurarmi il testo depositato in comune, ci voglio studiar sopra.
Dicevo all'inizio che oggi non ho fatto praticamente nulla, salvo rosolarmi e dormicchiare, e mangiare ovviamente. Sto facendomi scorpacciate di spaghetti con … a pranzo, nel ristorangte dell'albergo, che è pregevole, soprattutto perché non cincischia i condimenti, che risultano leggeri, spaghetti con scampetti e calamari, a cena invece spaghetti con polpo e melanzane, dopo i quali mi sono concessa un po' di farinata di ceci.
Domani, grazie al suggerimento di un gentile tassista conosciuto per caso, andrò a visitare Triora, il paese delle streghe. Sono un centinaio di km da qui, nell'entroterra di Imperia, ma d'altra parte non amo così tanto la spiaggia da rosolarmici per due giorni di fila, e poi ho voglia di assaggiare un altro tipo di cucina.

P.S. Giusto per avere una piccola idea su chi è il sen. Franco Orsi leggete qui

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