venerdì 21 agosto 2009

Mare a sinistra

E' venuto il momento di lasciare Sarzana e raggiungere la mia ultima meta. I chilometri non sono tantissimi, ma so che il percorso richiederà tempo e pazienza. Tiro fuori la stampata di Viamichelin, e mi accorgo che, nonostante le mie richieste, il sito mi indirizza a prendere l'autostrata, per cui decido di fare di testa mia, d'altra parte si tratta di tenere sempre il mare a sinistra per percorrere non solo la riviera ligure, ma tutto il perimetro d'Europa.
Inizio seguendo le indicazioni per La Spezia, e da lì prendo la SP1 in direzione di Genova. La strada si inerpica sulle montagne liguri, ed è facile dimenticare che siamo in Liguria, perché l'aria che investe la mano fuori dal finestrino è fredda, e la vegetazione è quella che si può trovare in qualsiasi zona montuosa. Però, man mano che ci si alza, ricompare la flora marittima, sotto forma di pini, e il respiro caldo che viene dal mare, non più sbarrato dal primo e più basso contrafforte montuoso, arriva intatto fino al crinale.
Mi inerpico sul passo del Bracco, da un po' di km ho fame, dato che sono partita con un semplice caffè come colazione, ma nei paesi che ho attraversato non ho trovato nulla di interessante.
Cercavo una panetteria, una focacceria, qualcosa di tipico insomma, e invece ho visto solo delle pizzerie, chiuse a causa dell'ora, e dei bar che non promettevano nulla di buono.
Poco prima del passo, all'altezza della discesa per Deiva Marina, incrocio un piccolo albergo a lato della strada, che è così incongruo da costringermi a fermarmi.
Scendo dalla macchina e vengo chiamata da due donne, a bordo della macchina con targa svizzera che avevo davanti fino a poco prima, che mi chiedono indicazioni per Sestri Levante. Gli dico che se vogliono divertirsi non devono fare altro che continuare la strada su cui sono, prima o poi ci arriverà, ma loro sono stanche di curve, per cui le indirizzo verso Deiva, avvertendole però che lungo il mare troveranno un traffico allucinante.
Nel bar del piccolo albergo prendo un caffè e un biscotto, una specie di savoiardo tondo e schiacciato, ricoperto di zucchero a velo, ha l'aria leggera, e infatti le sue tracce spariranno dal mio stomaco in tempi rapidissimi.
Subito dopo il passo mi ritrovo protagonista di una dimostrazione del principio secondo cui una colonna viaggia alla velocità del più lento dei suoi membri. Sto scendendo in quarta, veloce ma non troppo secondo me, quando mi trovo davanti una multipla e devo scalare in terza, di sorpassare non se ne parla, e poi, più avanti ancora, incrociamo un ducato, e si passa alla seconda, e si continuerà così fino a quando ci si fermerà del tutto, ingabbiati nella colonna di auto in ingresso in Sestri Levante.
La strada passa per Rapallo, che è un unico, mostruoso ingorgo. Già il levante ligure non mi piace, ma mi chiedo che cosa venga a fare la gente qui, dove il puzzo di idrocarburi e di smog è peggiore di quello di Milano, per non dire che il traffico fa sembrare roba per dilettanti le brutture viste ai Castelli Romani.
Riesco ad uscire da Rapallo, di nuovo la strada potrebbe essere sgombra se non fosse per un incapace, vale a dire uno che non è capace di sorpassare le biciclette. Ci si avvicina frenando, fino a portarsi alla loro stessa velocità, poi inizia a sorpassarle quanto più lentamente possibile, massimizzando così il pericolo per il ciclista e il fastidio per chi sta dietro e per chi viene nell'altro senso. Inutile dire che non me ne posso liberare, e mi resterà davanti per quasi venti km.
Finalmente arrivo a Genova, la percorro tutta semplicemente seguendo il principio del mare a sinistra, percorrendo la strada sopraelevata che fornisce una incredibile panoramica dei palazzi prospicienti il golfo, per poi sfociare a Sanpierdarena, in una colonna inenarrabile che arriverà fino ad oltre Pegli. Ho di nuovo fame, ma non trovo dove fermarmi, le poche trattorie aperte sono prive di parcheggio, e, ad essere sinceri, non c'è nulla di veramente invitante.
A Varazze decido che ormai arriverò ad Albisola, dove ho prenotato l'albergo, che so che ha anche un ristorante, e così faccio. Ci metto un'ora a trovare parcheggio, ma alla fine si libera un posto proprio sotto l'albergo. Scarico la macchina, mi rinfresco e scendo in sala, e mi premio con un piatto di spaghetti ai frutti di mare, decisamente ben fatti, poi vado a riposarmi.
Per cena ho un appuntamento con un carissimo amico che non vedo da tanti anni. Il tempo trascorso è stato clemente, a parte i capelli bianchi nessuno direbbe che il robusto giovanotto con cui prendo un aperitivo ha 81 anni! Parliamo dei tempi passati e delle innumerevoli avventure che abbiamo vissuto insieme negli anni di lavoro in comune, di amici e conoscenti, di tic e di scenette, ridendo fino alle lacrime mentre mangiamo del pesce freschissimo preparato alla perfezione, per quanto mi riguarda una delle migliori fritture di tutti i tempi.
Ci separiamo a mezzanotte, ancora ridendo. Domani dedicherò la mia giornata al rosolamento in spiaggia, in serata ho un appuntamento con un'altra amica, che ancora non conosco di persona, ma con cui so di avere in comune l'enorme passione per i libri.

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