mercoledì 12 marzo 2008

L'addio

Oggi la mia macchina del pane, dopo 4 anni di onorato e costante servizio, mi ha lasciato.
Il cuscinetto che aziona la pala è scoppiato, proprio nel bel mezzo di un impasto, che ho dovuto continuare a mano.
Impastare a mano per me è un grosso problema: ho e mani molto piccole e prive della forza sufficiente a fare un buon lavoro, oltretutto tengo le unghie lunghe, e anche questa è una controindicazione.
Ovviamente l'ipotesi che si possa tornare a comprare del pane industriale non mi ha minimamente
sfiorato: mi sono infilata un paio di jeans e le scarpe, e sono andata al supermercato per vedere i modelli in commercio e i relativi prezzi.
Quando ho comprato la mia defunta macchina, fare il pane in casa era ancora più una moda snob che un'attività diffusa, per cui i modelli in commercio erano pochi, e piuttosto costosi: mi ricordo di aver visto una vetrina in centro che esponeva un modello che produceva contemporaneamente tre panetti da 250 g l'uno, per la gioia di servire i panicini speciali sulle tavole bene, e costava la bellezza di 350,00 euro.
Ovviamente mi guardai molto bene dal comprare una simile inutility, anche se solo con dure fatiche trovai un modello semplice semplice e dal costo umano.
Adesso la faccenda è diversa. Un sacco di gente fa il pane in casa, perché è stufa di pagare follie per una cosa gommosa che non si mantiene decente nemmeno per il tempo di trasportarla a casa, mentre il pane casalingo dura diversi giorni, sempre fresco e fragrante, così i modelli in commercio si sono moltiplicati, e hanno prezzi più che abbordabili.
Il problema però è un altro: quale che sia il modello acquistato, se lasci fare la macchina ottieni pane in cassetta, sempre con la stessa forma, e con la stessa tipolgia di lievitazione, checché ne dicano i vari programmi impostabili,
e io del pane in cassetta mi sono ampiamente scocciata.
Così, dopo aver percorso avanti e indietro più volte la corsia dei piccoli elettrodomestici del
supermercato, ho preso una decisione epocale: niente macchina del pane, ma una robusta impastatrice.
Questo mi permetterà di effettuare più agevolmente alcune operazioni di panificazione che fino ad ora ho svolto in maniera un po' spuria, dato che non erano previste dal ciclo di lavorazione della macchina. Vedremo che cosa riuscirò a combinare.

Oggi pesce, ho provato una ricettina nuova, che è risultata gustosa, ma sarebbe certamente venuta meglio se ci avessi messo un poco di vino bianco, solo che, presa dal problema della macchina del pane, non mi sono accorta di averlo finito :-(

Filetti di scorfano con finocchi e arance (x 2 persone)
300 g di filetti di scorfano surgelati, 1 finocchio, 1 arancia, un po' di farina gialla, una decina di olive di Gaeta, olio extravergine di oliva, 1/2 bicchiere di vino bianco, pepe.

Scongelare e asciugare i filetti di scorfano. Rivestire il fondo di una pirofila con carta da forno. Tagliare il finocchio a fettine sottili e disporlo nella pirofila. Sbucciare a vivo l'arancia e tagliarla a fettine sottili, disporle sopra il finocchio.
Aggiungere le olive e per ultimo i filetti di scorfano infarinati nella farina gialla.
Aggiungere l'olio, pepare, e irrorare col vino.
Infornare in forno preriscaldato a 200 °C e cuocere per 20 minuti, servire ben caldo.

95,8 kg
151/102 mmHg

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