sabato 16 febbraio 2008

Yes, we can

Qualche giorno fa ho trovato questo post sul blog Camminare Domandando, e mi è tornato in mente stamattina, sentendo al giornale radio le dichiarazioni dei nostri beneamati candidati premier.
Dio mio che disgusto: se uno fa una analisi semantica dei loro discorsi, una volta sfrondati dalle cose inutili e dalle sovrastrutture non resta nulla. Discorsi privi di significato, parole del tutto vuole, becchime avvelenato per polli telecomandati.
Vabbè.
In ogni caso la frase di Obama significa anche che, volendo, noi possiamo andare a fare la spesa piedi, facendo bene a noi stessi e all'ambiente.
In realtà il prof, che ha perso diverso peso in termini di acqua per via dei farmaci che prende, e che gli impediscono anche di avere della ritenzione idrica, adesso si è, come dice il dottore, asciugato, e quindi per perdere altro peso deve combattere, come tutti noi comuni mortali, con la ciccia, e quindi o ridursi all'inedia oppure decidersi ad abbandonare una vita che ultimamente è un po' troppo sedentaria.
Detto fatto, da qui nasce l'idea di andare a fare la spesa a piedi, scegliendo un negozio non vicinissimo a casa, in modo che tra l'andata e il ritorno il percorso fosse di almeno 6 km.
Devo dire che la passeggiata è stata piacevole, ma ci ha fatto notare almeno due cose che non vanno:
  1. le nostre strade sono pensate solo ed esclusivamente per le automobili: banchina non "camminabile", marciapiedi, dove ci sono, puramente decorativi perché troppo stretti per un essere umano normale, nessun attraversamento pedonale degno di questo nome, mancanza totale di rispetto degli automobilisti nei confronti dei pedoni
  2. i commercianti sono stupidi. Mi spiego: andando a piedi abbiamo scoperto che vicino a casa nostra ci sono circa il tripo dei negozi e degli esercizi che pensavamo ci fossero. Ma ovviamente di solito passiamo in macchina, per cui a una velocità di molto superiore ai 5 km/h di oggi. Bene, dovrebbero proprio essere i commercianti ad esigere a gran voce la massima estensione possibile delle zone pedonali, il transito a passo lento davanti alle vetrine costituisce una forma di pubblicità gratuita di cui proprio non hanno la minima idea.
Percorrendo l'ultimo tratto della strada di ritorno, su una stradina "bianca", a un certo punto ho fatto una scoperta: alcuni ciuffi di germogli di rovo.
Che i germogli di ortica possano essere utilizzati per risotti o frittate ormai lo sanno tutti, ma non tutti sanno che anche i germogli di rovo possono essere utilizzati nello stesso modo, e sono buonissimi. Quelli poi mi guardavano con una faccia che pareva dire: raccoglici, siamo al punto giusto, domani potremmo iniziare a diventare un tantino pungenti. Ovviamente non ho resistito al richiamo, e ne ho fatta una bella scorta, tanto il rovo non è di sicuro una specie protetta.
Ci farò una bella frittata per stasera, da mangiare prima di andare a sentire un concerto di musica rock e blues.

Frittata di germogli di rovo (x 2 persone)

Una bella manciata di germogli di rovo, 4 uova, 2 cucchiai di parmigiano grattuggiato, 1 spicchio d'aglio, 1 cucchiaio di ricotta di pecora stagionata grattuggiata, 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale, pepe.

L'avare e asciugare i germogli di rovo. Affettare l'aglio, farlo soffriggere in un cucchiaio di olio, aggiungere i germogli di rovo, pochissima acqua, e far stufare.
Una volta cotti, lasciarli raffreddare leggermente, e quindi tritarli.
Sbattere le uova col parmigiano, pepare e aggiustare di sale, quindi aggiungere i germogli tritati.
Versare in una padella con l'olio ben caldo, dorare da una parte, quindi girare e dorare anche l'altro lato. Cospargere la frittata di ricotta grattuggiata, incoperchiare e cuocere per qualche minuto, servire caldissimo con un paio di fette di pane fatto in casa e una bella insalata.

96,2 kg
140/100 mmHg

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