martedì 26 febbraio 2008

Da storto a dritto, ovvero una festa di laurea

Sono un po' di giorni che il tempo è veramente pessimo, c'è una nebbia bassa, densa, che non si dirada nemmeno nelle ore centrali della giornata, e in più è umido, e a me fanno male le articolazioni.
Insomma che proprio non si parla di uscire a camminare, la sola idea ringalluzzisce immediatamente i miei reumatismi. Però qualcosa bisogna fare, così ieri ho scaricato da internet un manualetto di stretching, con la seria intenzione di iniziare a praticarlo da stamattina.
Non avrà gli effetti di una passeggiata, ma meglio di niente ...
Appena alzata spiego le mie intenzioni al prof, il quale mugugna, tira tardi e alla fine si piega.
Iniziamo il primo esercizio, le estensioni del collo.
Non facciamo in tempo a completare la prima serie, che sul mio cel arriva un messaggio: una cara amica mi comunica che il suo compagno si laureerà oggi alle 14.30, non ci ha detto niente prima perché vuole fargli una sorpresa.
Ovviamente ci vogliamo andare, ma altrettanto ovviamente il prof ha un impegno, che occorre disdire.
La conversazione telefonica necessaria a disdire l'impegno è tanto faticosa, penosa e irritante che io, che ne sono semplice spettatrice, decido che può tenere tranquillamente luogo di qualsiasi quantità di esercizi di stretching, che quindi saranno rimandati a domani.
Mentre facciamo colazione decidiamo che i regali per il laureando saranno un mazzo di fiori rossi e un libro, Il maestro magro di Gianantonio Stella, che trovo particolarmente adatto sia perché è delizioso, poi perché l'amico che si laurea ha passato la maggior parte della sua vita facendo il maestro di scuola elementare, e in ultimo perché, tramite cauto sondaggio sms, ho saputo che non ce l'ha, ma ha intenzione di comperarlo.
Quindi si finisce la colazione, ci si veste, e ci si fionda fuori casa per fare gli acquisti prima di andare a Trieste.
La prima tappa è il fiorista del paese, che però è del tutto sprovvisto di fiori rossi: la nebbia ha fatto sì che il camion che consegna quotidianamente i fiori freschi non sia ancora arrivato.
Pazienza, cercheremo un altro fiorista.
Poi si va al nuovissimo centro commerciale vicino a casa, dove mi è sembrato che abbiano aperto anche una libreria. Appena entro mi rendo conto che non è una vera libreria, ma semplicemente una scaffalatura del supermercato formato negozio, hanno solo le ultime novità, e infatti il bancone è tappezzato di copie di Gomorra di Roberto Saviano.
Io Gomorra l'ho letto appena uscito, quando proprio non se lo filava nessuno e la maggior parte della gente che ne parlava lo scambiava per un libro di fantapolitica.
Adesso credo sia di moda averlo in casa, perché se tutte le copie che vengono vendute venissero veramente lette forse sarebbe segno che in Italia si sta seriamente creando un movimento per la legalità.
Comunque il libro che cerco non ce l'hanno.
Ci guardiamo in faccia e decidiamo di sfidare il casino e le targhe alterne, e andare in centro, in fin dei conti abbiamo una macchina Euro 4.
Saggia decisione, perché in pochi metri ci sono la libreria Feltrinelli, dove compro il libro di Stella più altri tre per la serie che non si sa mai che resti con una scorta di meno di 20 libri non ancora letti in casa, e una bancarella di fiori, dove mi faccio confezionare un bellissimo mazzo di tulipani rossi sfumati di giallo.
Si può finalmente partire.
La nebbia si è leggermente alzata, ma c'è, ed è impressionante percorrere la strada costiera di Trieste senza vedere il mare, nascosto dalla nebbia.
Alle porte di Trieste il prof confessa che non ha la più pallida idea di dove possa essere la sede distaccata della Facoltà di lettere. Mi frega regolarmente. Lui si spaccia per l'esperto di Trieste, e poi ogni volta ci tocca fare dei giri spaventosi per raggiungere la nostra destinazione.
In ogni caso siamo abbastanza fortunati, troviamo un tizio in Lambretta che, sentita la nostra richiesta di indicazioni, e guardatoci bene in faccia, ci propone di seguirlo, e ci porta a due passi dall'università.
E' ancora relativamente presto, e abbiamo fame, così ci infiliamo in un pub, dove ordiano due paste del giorno.
Siamo di nuovo fortunati. La pasta, fatta espresso, è semplice ma buona, proverò a rifarla anche a casa, anche perché, a causa della fretta, non possiamo gustarla appieno.
Corriamo in università appena in tempo per la discussione della tesi, il nostro amico fa un figurone, e alla fine viene dichiarato dottore in storia con la votazione di 110 e lode, e grande applauso finale.

Bavette con sarde al rosmarino (x 1 persona)
150 g di filetti di sarda, un rametto di rosmarino tritato, olio extravergine di oliva, un cucchiaino di prezzemolo tritato fine, 80 g di bavette.

Soffriggere il rosmariono nell'olio, aggiungere i filetti di sarda e farli cuocere a fuoco molto dolce, facendo attenzione a che non si rompano.
Gettare nel tegame le bavette cotte al dente, mescolare per un paio di minuti, quindi cospargere di prezzemolo grattuggiato un attimo prima di servire.

95,9 kg
137/88 mmHg

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