Titolone su Repubblica "Finito il tempo delle proteste Avanti con le nuove discariche"
Alè, pare che i napoletani volessere la soluzione dell'emergenza rifiuti, e hanno ottenuto esattamente quello che volevano.
Avranno le discariche, che saranno militarizzate, così chè sia possibile incarcerare chi fa opposizione, anzi, la misura è molto chiara: carcere per chi manifesta contro i siti. Il che può anche significare una manifestazione generica e preventiva.
Il commissario Bertolaso ha detto che ci vorranno trenta mesi per risolvere l'emergenza, io però sono sicura che ci metterà molto di meno: già da ieri, al posto delle solite interviste ai cittadini napoletani che da una parte invocavano l'intervento del governo e dall'altra protestavano contro le discariche, si sentono interviste a cittadini napoletani che invitano a collaborare per risolvere l'emergenza, a non bruciare i rifiuti e ad accettare qualche discarica.
Sono spuntati come i funghi nella notte oppure è la preparazione alla chiusura dell'emergenza? Perché si sa, in Italia le cose esistono se le fa vedere la televisione (o ne parla la radio, in seconda battuta), altrimenti non esistono.
Meglio parlare di zucche.
Ieri, approfittando di un pallido solicino, sono riuscita a convincere il prof a piantare cinque piantine di zucca che ci hanno regalato.
Noi abbiamo un piccolo orto, che non è mai stato coltivato.
Quando siamo venuti a vivere in questa casa ho detto al prof che avremmo potuto coltivare qualche pomodoro, qualche zucchino, un po' di erbe aromatiche, e che avrei potuto farlo da sola, a patto che qualcuno dissodasse il terreno.
Il prof ha risposto: eccheccevò? ora, sul signoficato di questa espressione ho già disquisito, per cui non mi dilungo. Insomma, che avvenendo questa conversazione in prossimità del suo compleanno, approfittai per regalargli un bellissimo libro sull'orto. Il prof si ritirò nel suo pensatoio e ne emerse un paio d'ore dopo, del libro nessuna traccia, ma soprattutto non si parlò mai più di orto.
Però a me quel fazzolettino di terra incolto è rimasto sul gozzo per tutto questo tempo, così l'altra sera, quando un'amica mi ha detto che aveva delle piantine di zucca, le ho prese volentieri.
Ovviamente non abbiamo alcun genere di attrezzo per l'orto, così il prof ha preso la zappetta da campeggio, e con questa zappetta era seriamente intenzionato a scavare una buca in cui seppellire le piantine.
L'ho fermato appena in tempo, spiegandogli che ogni piantina necessita del suo buchetto, e nemmeno tanto vicini l'uno all'altro, visto che le zucche corrono.
Questo ultimo concetto è risultato particolarmente arduo.
Il mio giovanotto è un ragazzo di città, la zucca cresce sul banco del supermercato, non in un orto.
Comunque alla fine le zucche sono state piantate, e non c'è nemmeno stato bisogno di inaffiarle, che è piovuto.
Per farci passare la fame da lavoro all'aria aperta, abbiamo fatto degli involtini di sarde.
Involtini di sarde con pesto di prezzemolo (x 2 persone)
1/2 kg di sarde, 50 g di pangrattato, 10 g di pinoli, 10 g di parmigiano grattuggiato, buccia di limone, pomodorini, aglio, prezzemolo, olio extravergine di oliva, 1/2 peperoncino, 1/2 bicchiere di vino bianco secco.
Pulire le sarde, privandole della testa, della lisca e della coda, e aprendole a libro.
Tostare leggermente il pangrattato in una padella antiaderente, con un cucchiaio di olio.
Passare al mixer il pangrattato tostato, l'aglio, il parmigiano, i pinoli, la scorza di limone, una manciata di foglie di prezzemolo e il peperoncino. Frullare, aggiungendo eventualmente poca acqua, fino ad ottenere un composto omogeneo.
Spalmare il composto sulle sarde, dalla parte della polpa, e quindi arrotolarle, fermando l'involtino con uno stecchino infilzato con mezzo pomodorino.
Scaldare un paio di chucchiai d'olio in una padella antiaderente, disporvi gli involtini e cuocere coperto a fiamma bassa per dieci minuti.
Sfumare con il vino bianco, lasciare evaporare e servire molto caldi.
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