giovedì 29 maggio 2008

Conti che non tornano

Allora, qualche giorno fa in un popoloso e multietnico (?) quartiere di Roma è avvenuto un vero e proprio raid durante il quale dei personaggi, gridando insulti, hanno devastato bar e negozi gestiti da stranieri.
Subito si è sentito starnazzare in giro che non si trattava di niente di politico, ma di una vendetta per un furto.
E infatti oggi l'istigatore di tutto questo ambaradan si è consegnato in questura, rilasciando le seguenti, edificanti dichiarazioni:
"Non mi sento in colpa per quello che ho fatto perché non ho fatto niente di male. Non sono né di destra né di sinistra, sono per i grandi uomini come Ernesto Che Guevara"
"Io quei ragazzi che erano con me non li conosco - ha sottolineato - L'ho fatto per il quartiere e per una cosa mia personale. Avevano rubato un portafogli a un'amichetta"
Bene. Tutti contenti no?
Ci sono stati dei danni, ma non erano di origine politica, e poi erano a negozi di immigrati.
Su, volemoce bene.
Enno cazzo. E vorrei vedere se la famiglia della ragazzina (immigrata), uccisa da un italianissimo pirata della strada mentre andava a gettare l'immondizia avesse deciso, per vendicarsi, di armarsi di spranghe e rompere indiscriminatamente i parabrezza a tutte le macchine del vicinato.
Si sarebbero sentiti degli strilli d'aquila per ogni dove: ma come si permettono questi qui? vengono a casa nostra e pretendono di falra da padroni? e poi che vuoi che sia successo? gli hanno solo ammazzato una figlia ... ma poi, non le tenevano chiuse in casa le figlie? se fosse stata in casa nessuno l'avrebbe tirata sotto.
Sto tirandola sull'assurdo? Non credo proprio. Conosco bene i celoduristi e le loro menticine piccoline a furia di stare compresse nelle mutande.
Dopo di che mi viene in mente un'altra riflessione.
Sdoganare un'azione come quella del nostro incauto ammiratore del Che può voler dire che ogni volta che uno subisce un furto si può sfogare assaltando na qualche proprietà altrui.
In altre parole, considerato che ogni mese la mia banca pratica nei miei confronti dei veri e propri furti, da domani in avanti mi sfogherò spaccando le vetrine di qualche negozio, magari delle grandi firme nel centro che hanno abiti che costano molto più di quello che io guadagno in qualche mese di duro lavoro.
Mi pare un perfetto contrappasso.

Vabbè, ci sono anche cose buone nella vita.
Ieri l'addetta al banco del pesce del supermercato vicino a casa mi aveva preannunciato l'arivo per oggi di "una bella cernietta fresca fresca", così stamattina sono stata puntuale all'appuntamento, e la cernia è finita in forno!

Cernia alla diamantese
1 cernia da c.ca  1 kg, olio extravergine d'oliva, 100 gr di olive di Gaeta snocciolate, 50 gr di capperi di Pantelleria, 2 pomodori maturi, due foglie di alloro, due spicchi d'aglio, un cucchiaio di prezzemolo tritato, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, pepe

Pepare la cernia pulita e disporla in una teglia.
Dissalare i capperi in acqua corrente
Tritare grossolanamente tutti gli ingredienti e cospargerne la cernia.
Irrorare con il vino e qualche cucchiaio di olio, chiudere la teglia con carta stagnola e mettere in forno a temperatura moderata (180°) circa 30 minuti.
Prelevare parte del sugo e la testa della cernia.
Spolparla e aggiungerla al sugo, utilizzandolo per condire degli spaghetti cotti al dente.
Servire la polpa della cernia versandovi sopra a cucchiaiate il sugo restante.

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