giovedì 24 aprile 2008

Venere più X (*)

Stamattina il tempo era bellissimo, per cui al risveglio ho detto al prof che mi sarebbe piaciuto fare un lungo giro in bicicletta.
Ha acconsentito, così ci siamo alzati, abbiamo fatto colazione, cibato i gatti, espletato bisogni vari, fatto la doccia, insomma che poco dopo le nove a parer mio si sarebbe potuti partire.
Mentre mi allacciavo le scarpe il prof mi dice: ah, ma fai con calma, che io devo tirare i raggi della bici.
Devi fare che cosa? dico io
Ora, io di bicilette so esclusivamente che hanno ruote e pedali, e che pedalando ti portano in giro, non ho nemmeno una bicicletta col cambio perché ho paura di incasinarmi, ma so che tirare i raggi non è una operazione banale.
Comunque lui ribatte che deve tirare i raggi della bici.
Ma sai come si fa? chiedo
E che ce vo', risponde
Ora, quando il prof risponde così la situazione ormai è quella di una locomotiva lanciata a tutta velocità contro una parete di cemento, coi freni rotti, non si può fare nient'altro che togliersi dal suo percorso e andare a vedere dopo l'impatto che cosa è rimasto.
Così lui scende in cantina, e io guardo la posta sul pc, poi ricevo una telefonata che diventa lunghetta, e finisce alle dieci passate.
A questo punto scendo, butto la pattumiera e vado in cantina, e trovo il prof incazzatissimo perché adesso che lui ha tirato i raggi quella cavolo di bici si ritrova con la ruota dietro bloccata.
Ormai non è nemmeno il caso di parlare della gita in bici.
Bisognava portarla dal ciclista già da prima, gli dico
Ma il ciclista costa, risponde
E adesso costerà di più, concludo
Portiamo la bici in cortile, dove un vicino sta accuratamente lustrando una vecchia bicicletta.
Il prof gli piomba addosso come un avvoltoio, sperando che lo possa aiutare a risolvere il problema, il vicino sghignazza, gli spiega che tirare i raggi non è una cosa per dilettanti (lo ha detto un altro maschio, e quindi china il capo e incassa), e come unico aiuto gli suggerisce l'indirizzo di un meccanico ciclista.
Cerchiamo di infilare la bici in macchina, ma è necessario smontare la ruota davanti, cosa che si rivela al di sopra delle nostre capacità, per cui issiamo il portabici, ci mettiamo sopra la bici, e via.
Usciamo dalla via di casa, e lui prende la strada a destra, mentre per andare dal ciclista suggerito dal vicino saremmo dovuti andare a sinistra.
Dove vai? gli chiedo
A vedere se c'è l'ometto, risponde
L'ometto è un pensionato, quasi sicuramente mezzo alcoolizzato, che qualcuno, non ricorda più chi, gli ha detto essere capace di riparare le bici se non ubriaco, e questo in virtù del fatto che il padre era meccanico ciclista, perché lui di suo faceva il muratore.
Taccio per decenza, perché i commenti sarebbero stati irriferibili, e per fortuna l'ometto non c'è, così finalmente ci dirigiamo dal ciclista.
Ci dicono che la bici sarà pronta stasera alle sette, e il prof passa il pomeriggio a pensare a quanto spenderà.
Non dice niente, ma io sento il rumorino che fanno i suoi pensieri.
All'ora stabilita andiamo a prendere la bici.
Ci vengono incontro con la bici riparata e un cerchione in mano.
Il prof impallidisce visibilmente.
Il meccanico spiega che c'è un limite a cui si possono tirare i raggi, e che poi il cerchione era già deformato, probabilmente da una buca, per cui il lavoro malfatto ha peggiorato la situazione e impedito di provare a raddrizzare il cerchio.
Intanto che c'erano gli hanno anche tarato il cambio, che non ne avevano mai visto uno messo peggio.
Con voce malferma il prof chiede il conto: sono 25 euro. Prezzo decisamente onesto e, soprattutto, di un bel po' inferiore alla cifra che evidentemente di stava gonfiando nei pensieri del prof, il quale, visibilmente sollevato, paga.
Usciamo nel piazzale, sale sulla bici e la prova: va come un violino, nemmeno da nuova è mai andata meglio, al punto che il prof decide di tornare a casa in bicicletta.
Salendo in macchina gli rifilo un: hai visto che è meglio rivolgersi a chi sa quello che fa invece che inventare o chiamare omini e omuncoli? e si spende pure poco.

Conclusione: ma perché gli uomini, solo per il fatto di essere uomini, devono essere convinti di saper fare tutto? Io credo che sia colpa del maledetto cromosoma Y, che, vistosamente zoppo, gli provoca delle vistose crisi di autostima, e loro, poveri, rimediano come possono.

(*) Venere più X è il titolo di un romanzo di Theodore Sturgeon che parla dell'identità sessuale

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarà una questione di Y.... ma senza dubbio c'è anche una questione X... e come! Ma perché io devo sempre venire a sapere le cose che mi riguardano dopo che sono diventate di pubblico dominio? E perché mi si tace che c'è un luogo pubblico dove pare che scorra tutta la mia vita, vista da dentro, e per di più con analisi psicanalitica annessa? Questione di X, senza dubbio...
il prof

Anonimo ha detto...

Ma caro prof...perchè incolpare le X..
La vita di ogni personaggio importante scorre sul web...e Lei è pur sempre il PRESIDENTE...

La tesoriera