Si fa un gran parlare di scuola ultimamente, tira un vento di riforme innovative al limite del rivoluzionario: il grembiule e il voto in condotta.
Dopo di che la Banca d'Italia dice che la classe docente italiana è vecchia, demotivata e ignorante, e in una nazione normale uno si aspetta che il ministro prenda provvedimenti per sanare questa incresciosa situazione.
Che poi non è nemmeno difficile immaginare che provvedimenti dovrebbe prendere un ministro che si senta dire cose di questo genere a proposito dell'oggetto del suo ministero, ci arrivo persino io che con la scuola ho rapporti solo marginali.
E' troppo difficile per un povero ministro? Beh, posso provare ad esemplificare i provvedimenti che prenderei io al suo posto:
assumerei insegnanti giovani, premierei quegli insegnanti che investono nella loro professione, istituirei la figura professionale del formatore, in modo che chi oggi si occupa della formazione dei propri colleghi lo possa fare in modo dignitoso, e non aggiungendo ore al proprio normale orario di lavoro, renderei la formazione e l'aggiornamento obbligatori e premianti, arrivando al punto di decuratere lo stipendio di coloro che pensano che una volta seduti su una cattedra non hanno più nulla da imparare.
E invece che cosa mi tocca sentire? grembiuli e condotta.
Ora, da un punto di vista puramente filosofico, io sarei anche favorevole all'introduzione della divisa nella scuola (divisa, non grembiule), in modo che le lezioni non diventino sfilate di moda, ma questo non è un problema primario, è un dettaglio di cui un ministro si può occupare il settimo giorno ... vale a dire quando ha sistemato tutti gli altri guai. E soprattutto, che la divisa non diventi un ulteriore strumento di frittura dell'aria, che qualche giorno fa ho sentito una rappresentante dei genitori bresciana, una con due cognomi ovviamente, che diceva che lo studio della divisa avrebbe dovuto coinvolgere gli alunni in modo che fosse una cosa personale che li identificasse da scuola a scuola (così che oltre che abbiamo già un'Italia frazionata e leghista, ci troveremmo col senso di appartenenza a livello di scuola, alleluja).
Dopo di che, a riposta di una precisa domanda fatta da un giornalista (che verrà immagino prontamente licenziato) relativa ai provvedimenti che il ministro intende prendere in rapporto alla relazione della Banca d'Italia la gentile signora ha riposto che è tutto un problema di condotta, e che la scuola ha perso in autorità e autorevolezza (cosa che è peraltro vera, ma per altri motivi), e quindi che deve essere assegnato il voto di condotta e che questo voto di condotta deve essere preso in considerazione per una eventuale bocciatura.
Perfetto. Ai miei tempi io ero la prima della classe in tutte le materie, e mi vantavo di un glorioso sette in condotta, duramente guadagnato a furia di non lasciar passare alcuna ingiustizia commessa da nessuno e con un costante esercizio della critica ... vogliamo parlarne, cara ministro, di come viene assegnato un sette in condotta?
Uhm, però mi viene il dubbio che questo polverone serva solo a far passare in secondo piano i tagli pesanti che si stanno per abbattere sulla scuola pubblica, ché invece quella privata riceve sussidi e salamelecchi vari ... qualcuno ha avvisato la Banca d'Italia che l'anno prossimo i professori saranno ancora più vecchi, stanchi e demotivati?
3 commenti:
Pensa: l'ultimo mio figlio fra meno due mesi inizierà la scuola elemantare: non c'è ancora verso di sapere chi saranno gli insegnanti, se faranno o no il rientro pomeridiano; almeno "sembra" che ci saranno due classi, anzichè una, visto il numero elevato di iscritti extracomunitari che hanno difficoltà con la lingua: almeno questo. In compenso forse dovrò dotare il piccolo di grembiule, dopo che per tre anni di materna non ho aspettato altro che di poterne fare a meno!!! Passi da gigante davvero. Forse hai ragione che una divisa potrebbe evitare la sfilata di moda, ma ci sarebbe cmq qualcuno che ha la divisa + stirata, + ordinata e + chissà cos'altro rispetto agli altri! (Sono gli atteggiamenti che fanno cmq le differenze). Ma poi: perchè dobbiamo renderci tutti uguali con una divisa quando siamo così belli tutti diversi e colorati? Non sarebbe meglio porre + attenzione e riflessione su altre uguaglianze che non ci sono e sarebbero indispensabili? (Per esempio il diritto di mangiare a sufficienza tutti, di avere almeno uno straccio (cmq meglio non divisa) da mettersi adosso soprattutto se fa freddo, di poter esprimere la propria opinione, purchè rispettosa di quella degli altri, di poter avere insegnamenti e insegnanti adeguati: sia per chi è ancora analfabeta sia per chi frequenta il master ....
Ok basta....
Un saluto (questa sera provo a cucinare le orate con la tua ultima ricetta, che mi ha proprio incuriosita....ti farò sapere)
Lucia
Ti dirò, quando mio figlio andava alle elementari, per ragioni di famiglia ho dovuto iscriverlo a una scuola privata, dove usavano una divisa (pantaloni in tela jeans e una polo o una felpa blu, niente di che), e francamente ne ho toccato con mano i vantaggi.
Resta il fatto che pensare al grembiule o alla divisa dovrebbe essere veramente l'ultimo dei pensieri di un ministro, con la scuola nella situazione in cui si trova.
Per il resto sottoscrivo tutte le altre cose che dici, il fatto è che, per l'appunto, si sono ribaltati i valori ... l'indispensabile non interessa più a nessuno, e si dibatte sul superfluo ...
Attendo notizie per l'orata :-)
Ciao. Devo dire che mi preoccupa davvero il fatto che... "l'indispensabile non interessa più a nessuno, e si dibatte sul superfluo ...": e lo si verifica quotidianamente in tanti ambiti. Però in questi ultimi mesi mi capita di sentire da più persone, rispetto a prima, queste considerazioni e relative riflessioni: voglio pensare che sia un buon segnale, anche perchè non è che ho cambiato frequentazioni!!
Ed ecco le news sulle orate: buone, molto buone, anche se forse ho ristretto un po' troppo il sughetto; cmq non sono avanzate e inoltre ho scoperto il riso thaj, che avevo sentito nominare ma mai provato. E' stata una piacevole scoperta. Grazie.
Un saluto
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