giovedì 21 agosto 2008

No, nel parco no!

Girellando sui giornali, che nel generale accaldamento propinano notizie del tutto inutili e inifluenti, mi sono imbattuta in questa bizzarra fotografia , che ritrae l'accogliente ingresso di un parco pubblico in provincia di Padova.
Il parco si chiama Parco della Libertà, ma è un concetto di libertà che assomiglia tanto a quello della Casa delle Libertà, con le sue ordinanze pipposindachesche.
Purtroppo la fotografia non è molto dettagliata, e per la lettura dei divieti ci dobbiamo affidare alla didascalia, ma i segnali di divieto sono 18, per cui non riesco a immaginare che cosa non sia vietato.
Dunque, è vietato calpestare le aiuole, come dappertutto, ma francamente, per camminare su vialetti di ghiaia e asfalto non ho proprio bisogno di andare in un parco.
Poi è vietato buttare mozziconi di sigaretta. Giustissimo, ma ci sono le ceneriere?
Io non fumo, ma fumavo, e so per esperienza che la cosa più difficile da trovare in un parco pubbloco sono i cestini portarifiuti e le ceneriere.
Che poi i cestini portarifiuti, quando ci sono, sono sistemati in posti assurdi, e non vicino alle panchine, dove sarebbero più utili.
Ah già, ma tanto se non sei un bambino, un vecchio o una donna incinta su una panchina non ti puoi sedere, tutti condannati alla peripateticità. Io sono una donna, e quasi vecchia, per cui può darsi che prima o poi possa sedermi.
E a fare che cosa poi, che mangiare e bere in pubblico è vietato? Che poi non si capisce perché, visto che mangiare un panino su una panchina è uno dei piaceri della vita. Non sarà mica per un malinteso senso del decoro? Il Garzanti, alla voce decoro recita "dignità nell'aspetto, nel comportamento, nei modi", che c'entra tutto questo con un panino su una panchina?
Mi pare di essere piombata nelle atmosfere di Cave of Steel, di Asimov, un romanzo in cui per l'umanità era tabù farsi vedere durante i pasti, che venivano consumati in apposito cubicolo. Siamo arrivati a tanto oppure è un eccesso didivietitudine?
Poi è vietato usare un linguaggio volgare e offensivo. Ma di grazia, perché è vietato nel parco e non in tutto il resto dell'universo? Non riesco a capire perché dovrebbe infastidirmi questo tipo di linguaggio in un parco e non sotto casa mia, e non è giuridicamente configurabile l'aggravante di linguaggio offensivo nel parco!
Ma il divieto più divertente è quello di sostare sotto gli alberi in caso di maltempo. Mi sembra già di sentire qualcuno che dice: "ma è giusto, non si sta sotto gli alberi durante i temporali". Ma maltempo non significa necessariamente temporale, nemmeno in questa Italia ormai monsonica, e poi, non sarebbe bastato mettere un avviso, invece che un divieto?
Insomma che sono qui che rifletto su tutte le mirabolanti libertà in vigore in questa Italia della Casa delle Libertà, quando mi arriva una mail del Postino Trasalpino, che riporta un articolo de La Stampa in cui si anuncia per il 20 settembre la «prima giornata mondiale del saluto»: 10 mila volontari saluteranno almeno 10 persone sconosciute a testa, in modo che prima di sera 100 mila persone abbiano ricevuto quei saluti che ignorano da anni: dal Settanta ad oggi i saluti quotidiani sono scesi da 30 a 8.
Ma siamo sicuri? perché secondo me fanno in tempo a emettere una ordinanza di divieto di saluto ... sai com'è, il decoro ...

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