Queste olimpiadi sembrano maledette, sotto tutti i punti di vista.
Già l'averle assegnate a Pechino non è stata una grande idea.
La città è caotica e inquinata, e la nazione ha troppi nodi irrisolti.
Vabbè che di questi tempi nodi irrisolti li hanno un po' tutti, a partire dall'Italia che ha ancora sulle spalle il macigno Genova/G8.
Poi è successo il casino Tibet. Non è una novità. Il Tibet vuole essere indipendente, la Cina non gli vuole dare l'indipendenza. Tutti indignati contro la Cina, dimenticando che situazioni simili sono sparse un po' ovunque, ma ciascuno dei contendenti ritiene che siano diverse, e che solo loro, nel loro caso di specie, hanno ragione. Tutti gli altri invece ledono i diritti umani.
Così è iniziata la tiritera boicottaggio si boicottaggio no, il viaggio blindato della torcia, il tiramolla dei capi di stato, e le continue affermazioni che lo sport e la politica sono due cose distinte.
Col cazzo, e scusate il francesismo.
Lo sport, se uno lo fa nel cortile di casa sua potrà non avere niente a che fare con la politica, e già questo non è poi così vero, che se uno ama nuotare e non ci sono le piscine questo in qualche modo ha a che fare con la politica.
Ma se lo sport muove interessi economici smisurati, che toccano tutte le nazioni, se con la partecipazione o meno alle Olimpiadi si sottolineano malumori tra gli stati (qualcuno si ricorda dei boicottaggi incrociati della allora Unione Sovietica e degli Stati Uniti negli anni '80?), allora lo sport ha molto a che fare con la politica.
D'altra parte le Olimpiadi, ai tempi dei greci che le hanno inventate, avevano un significato eminentemente politico, tanto è vero che durante le Olimpiadi era istituita la cosiddetta "Tregua Sacra", perché tutte le guerre in corso venivano sospese.
E invece che cosa va a combinare ghiacciolino Putin, proprio durante la faraonica inaugurazione dei giochi olimpici a Pechino? Inizia a bombardare la Georgia, forse pensando che lo sfarzo della cerimonia distraesse il mondo dai suoi affari personali.
Ora, gli affari personali di Putin sono facilmente riassumibili con un poco velato tentativo di ripristinare quella che era l'Unione Sovietica, sotto un giogo capitalistico anziche comunista, ma con gli stessi metodi, da quello che si capisce.
Immagino che Putin sia uno strenuo sostenitore del fatto che lo sport non ha nulla a che vedere con la politica, e soprattutto, visto che dice che il bombardamento della Georgia non è un atto di guerra, immagino che ritenga che una non guerra richieda una non tregua.
Resta il fatto che farebbero meglio a spegnere quella torcia, la sua luce brilla su delle Olimpiadi del tutto insensate.
Una ricettina, per titrare su il morale.
Tagliatelle con fegatelli di maiale (x 2 persone)
250 di fegato di maiale, 150 g di tagliatelle all'uovo, 1/2 cipolla rossa, 1 carota, 1/2 bicchiere di vino bianco, erbe di Provenza, 1 cucchiaino di pepe verde in salamoia, olio extravergine di oliva, pecorino romano grattuggiato.
Tagliare il fegato a pezzetti piuttosto piccoli.
Tritare finemente la carota e la cipolla, e stufare con poco olio e qualche cucchiaio di acqua.
Dopo qualche minuto aggiungere le erbe di Provenza
Quando le verdure sono morbide, aggiungere il pepe verde e il fegato.
Rosolare bene il fegato, quindi sfumare col vino bianco.
Cuocere per qualche minuto, senza eccedere, altrimenti il fegato diventa duro.
Cuocere le tagliatelle, quindi saltarle in padella coi fegatelli, servire caldissimo con abbondante pecorino grattuggiato.
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