giovedì 11 settembre 2008

Pari opportunità

Si vede che è il periodo della discesa in campo delle ministre di questo governo Berlusconi, vale a dire di quelle illustri sconosciute, o conosciute non illustri, che hanno ottenuto la poltrona non si sa per quali meriti.
Dopo il tifone Gelmini, che sta avendo l'indubbio merito di far regredire la scuola italiana a una velocità persin superiore a quella alla quale sta regredendo l'intera società, ora tocca a Mara Carfagna.
Questa gentil signorina, più nota per i suoi calendari in desabillè che per per le sue qualità politiche, ammesso però che certe abilità non siano da considerarsi politiche, dal momento dell'insediamento ha dato notizia di sè esclusivamente per una tirata contro i gay.
Ma evidentemente la ragione del silenzio non era l'improduttività, ma un pensiero profondo. Già si sa, il capo non dorme, pensa.
Comunque, da tutto questo pensiero, è scaturito un ddl che rende reato la prostituzione in luogo pubblico, che diventa reato punibile sia per la prostituta che per il cliente.
La famigerata legge Merlini, che ha chiuso i bordelli in Italia, partiva da un pensiero abbastanza realistico: non sono le prostitute a commettere un reato, e nemmeno chi va con le prostitute, bensì chi le prostitute le sfrutta.
Quindi non esisteva il reato di prostituzione, ma quello di sfruttamento della prostituzione.
Perché è brutto prostituirsi, ma se una donna lo fà liberamente, per sè, per quanto una società che costringe una donna alla prostituzione senza darle altre opportunità sia ignobile, fa una sua scelta, ma se è qualcun altro che la costringe a prostituirsi, la priva persino dell'infima libertà di utilizzare il proprio corpo per sostentarsi.
Tutto cambiato: adesso chi si prostotuisce commette reato, e non fa nulla se è una minorenne albanese messa sulla strada a furia di stupri e botte.
Non la si aiuta, non si cerca di aiutarla a trovare una sua dignità.
La si arresta, la si espelle, e la si prepara a rivivere il ciclo da cima a fondo.
O pensa la ministra Carfagna che una volta espulsa quella povera ragazzina verrà lasciata in pace, e che le sue misure metteranno un freno a un commercio così redditizio?
Se così fosse, con le leggi severissime che sono state varate contro la droga, non avremmo più commercio di droga in questo paese.
E invece, come sempre in questo paese, si punisce il pesce piccolo e non si fa nulla contro quello grosso.
Si punisce lo spinellatore, ma non si fa nulla contro il grosso spacciatore.
Si punisce la prostituta, ma non chi a botte l'ha messa sulla strada.
Così la coscenzucola della minsitra è soddisfatta, gli affari dei caporioni non sono minimamente intaccati, la pubblica opinione imbottita di televisione dice che era finalmente ora, e tutti sono felici e contenti.
La nostra ministra non a caso si occupa di pari opportunità, no?
E poi suvvia, la legge punisce la prostituzione in luogo pubblico, certi commerci che danno posti in televisione, e, a quanto si dice, pure ministeri, mica avvengono in luogo pubblico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno.
Complimenti per il blog, molto interessante.

Anonimo ha detto...

Troppo semplice dire che quel che fanno gli altri non è fatto bene.
Altra cosa è fare qualcosa che poi si riveli giusto.
In parole povere : critichi ciò che fa la "Mara nazionale" ma, ipocritamente, non consideri che mai nessuno ha fatto qualcosa per questi problemi.
Lo sfruttamento : eliminarlo è pura ideologia, come la droga.
Almeno facciamo qualcosa.
Qualcosa è meglio di nulla.
E nulla ha fatto la TUA parte politica.

Maurysto