mercoledì 22 aprile 2009

Terremoto SpA, prima puntata: la genesi

L'Italia, si sa, è un paese di grandi sconvolgimenti, i fiumi straripano, le montagne finiscono dentro bacini artificiali facendo strage di popolazione e scempio di territorio, ma soprattutto, la terra trema.
Trema con grandissimo entusiasmo dal nord al sud di tutto lo stivale, per usare una immagine cara ai nostrani patrioti.
Trema da sempre, cosicché, secondo il noto proverbio “col tempo e con la paglia maturano anche le nespole”, si dovrebbe supporre che gli italiani abbiano imparato a convivere con questo territorio parkinsoniano, e a contrastarne gli effetti.
E invece no, ogni volta è la prima volta, come dice ogni giorno un simpatico conduttore radiofonico colpito da amnesia.
E infatti è la prima volta anche questa volta, col devastante terremoto dell'Abruzzo.
Devastante, beh, mi pare una parola grossa, visto che in Giappone terremoti di quell'ordine di grandezza sono quasi all'ordine del giorno e non fanno né caldo né freddo a nessuno.
E invece in Abruzzo è venuto giù tutto.
Ora, passi per i monumenti storici, costruiti per forza di cose senza alcun criterio antisismico. Quelli era quasi ovvio che crollassero, grandissimo danno, certo, ma, come ha dimostrato il Friuli, pietra su pietra li si può tirare su di nuovo, belli come prima, e a prova di terremoto, che ovviamente nella ricostruzione, per quanto filologica, ci si può infilare qualche trucchetto.
Il problema è che sono venuti giù, e con grande fervore, edifici recenti, nuovi o nuovissimi, che essendo stati costruiti DOPO il terremoto del Friuli avrebbero dovuto essere stati costruiti con i criteri che quel disastro ha ispirato al legislatore.
Ops, a quanto pare il legislatore propone e i costruttori dispongono. Poverini, dovessero costruire con i criteri della legge vedrebbero drasticamente diminuire il loro margine di guadagno, e così iniziano col chiedere deroghe, prontamente concesse, che ovviamente il politico di turno è sensibile agli interessi di chi lo ha finanziato, più di chi lo ha votato.
Dopo di che a volte la deroga non basta, cavolo, con la sola deroga invece di guadagnare i soliti 100 si rischia di guadagnare solo 80. Che cosa si può fare per prevenire una simile sciagura?
Beh, sappiamo tutti benissimo che al supermercato c'è la pasta che costa 2 euro al chilo e quella che invece costa 70 centesimi, ma è tutta pasta no? Fa niente se quella da 2 euro tiene la cottura e ha una resa ottimale, mentre l'altra si trasforma in una orrenda colla non appena versata nell'acqua calda.
Ecco, anche il cemento, la sabbia, il ferro, hanno le loro versioni a costo normale e low cost. Con gli identici problemi.
Attenzione, io non sto dicendo che sono contro i risparmi o il low cost in generale, sto semplicemente dicendo che se la differenza di costo presuppone una differenza di prestazioni, che sia pasta o che sia cemento è bene utilizzare il materiale che costa di più.
Insomma che i nostri beneamati costruttori hanno utilizzato materiali low cost, nella migliore delle ipotesi, e poi, giusto perché occhio non vede, cuore non duole, hanno evitato di fare quelle simpatiche cosette che sono le prove di resistenza materiali.
Breve nota di spiegazione su cosa sono le prove di resistenza materiali, mi scusi chi è del settore, ma è veramente “for dummies”.
All'atto pratico si produce una serie di cubi di cemento, o del materiale da testare, identici per composizione al materiale che poi verrà posto in opera, e questi cubi vengono maltrattati in tutti i modi, per vedere di nascosto l'effetto che fa, ottenendo così una serie di parametri che permettono di predire che cosa succederà alla nostra costruzione durante la sua vita vera.
Insomma che di queste prove se ne sono fatte poche o punte, e questo me lo conferma un amico che lavora proprio in un laboratorio dove le prove vengono effettuate, molto stupito dal fatto che di case se ne costruiscono sempre tante, ma di cubetti da strapazzare ne arrivano veramente pochi, e sempre meno.
E poi, ci scommetterei, qualche cubetto che proprio doveva essere prodotto risulterà non corrispondere alla composizione del materiale messo in opera. L'ha detto il gobbo nazionale che a pensare male si fa peccato ma di solito non si sbaglia, io mi adeguo solamente.
Insomma che risica e rosica, il nostro bravo costruttore si è riportato quasi al suo 100 di guadagno. Quasi. C'è ancora qualche piccola discrepanza che lo fa sentire tanto povero.
Siccome la necessità aguzza l'ingegno, finalmente ricorda che dal punto di vista puramente riempitivo la sabbia è sabbia, sia che provenga dal mare sia che provenga dalla cava, dove anche quella della qualità più scadente ha un costo. La sabbia di mare invece è del tutto gratuita. E se è gratuita, vale a dire non ha alcun valore, c'è un buon motivo.
Avete presente il sale, quello che mettete nell'acqua della pasta e che fa salire la pressione?
Ecco, chimicamente è cloruro di sodio, NaCl, e si trova in enormi quantità nel mare. Dovreste saperlo, visto che oggi come oggi il sale marino di evaporazione va assai di moda tra i gourmet, che possono scegliere tra il sale grigio di Guerande, il sale lievemente rosato della Bolivia, quello nero, quello affumicato della Norvegia, e via così salando.
E dato che il mare è pieno di sale, non si vede perché non debba esserlo la sabbia che sta nel mare.
Beh, si chiederà qualcuno, ma che c'entra il sale nella sabbia con il terremoto?
C'entra, e sciagurato questo paese che non insegna la chimica e la trasforma in una materia odiosa per i più, perché con tante lettere classiche si finisce col non rendersi conto di quante fregature ci vengono propinate.
E a questo punto vediamo di fare un po' di chimica per dummies, giuro, sarò breve.
Come sappiamo tutti il sale si scioglie molto bene nell'acqua (la pasta, ricordate?), e guardacaso il calcestruzzo, che è poi la miscela di cemento e sabbia con cui sono costruite le nostre case, viene impastato con acqua. L'acqua scioglie il sale contenuto nella sabbia, e il sale, in soluzione acquosa, è una sostanza abbastanza vivace, non a caso le due sostanze che lo compongono sono il cloro e il sodio, che ritroviamo in due bestioline simpatiche come l'acido cloridrico e la soda caustica, di cui tutti sanno essere personcine da trattare con i dovuti modi.
Insomma che queste due sostanze, non più legate tra di loro, ma rese libere e indipendenti dall'acqua, iniziano a far danni in giro, legandosi con tutto quello che trovano e che glielo permette (chimicamente parlando si intende), e producendo composti chimici che nel calcestruzzo proprio non ci dovrebbero essere, ma fin qui la cosa è grave ma non gravissima, qualche civile iraqueno ammazzato per effetti collaterali, direbbe il non rimpianto ex presidente degli stati uniti Bush Junior.
I veri fuochi artificiali avvengono quando questa miscela che non possiamo più chiamare veramente calcestruzzo incontra il ferro di armatura (lo sapete vero che parlare di cemento armato significa che ha un'anima in ferro, e non che è dotato di kalashnikof?). Il cloro ha una vera passione per il ferro, li vuole tanto bene che se lo mangia proprio, cosicché dopo un tempo relativamente breve invece delle nostre bacchettine di ferro dentro i pilastri non ci sarà più nulla, il composto che si forma dall'unione mistica tra ferro e cloro è un sale, non ha alcuna proprietà meccanica.
La casa non crollerà immediatamente, assolutamente no, ma i pilastri sono privi di anima, e così al primo scossone il calcestruzzo, che poi non è nemmeno veramente calcestruzzo, visto che il troppo sodio che ha dentro ne modifica le caratteristiche, deciderà che ne ha avuto abbastanza e si sgretolerà.
Come è successo alla casa dello studente de L'Aquila, o all'ospedale della stessa città, o ad alre costruzioni.
Ma mica è finita qui, perché questo trucchetto della sabbia marina nel calcestruzzo ha portato il nostro costruttore molto vicino al suo desiderato guadagno 100, ma l'obiettivo non è stato centrato in pieno, assolutamente no. E allora che cosa resta da inventare?
Beh, i calcoli sono i calcoli, la carta, o i fogli elettronici si lasciano ben scrivere, e poi l'edilizia mica è una scienza esatta. Se in altri campi la precisione della misura si misura in centesimi, millesimi, armstrong, in edilizia si misura in centimetri. Insomma che se il calcolo da una sezione per un pilastro, per ipotesi, di 50x50 cm, a furia di arrotondamenti si può anche arrivare a 30x30 cm. La casa (l'ospedale) sta su lo stesso … fino al primo scossone.
Dopo di che, quando lo scossone è arrivato, e tutto è venuto giù, hai voglia di risalire alla catena di responsabilità, ciascuno dei personaggi che fanno parte della catena scaricherà sull'altro, e c'è verso che alla fine il colpevole risulti il committente, che così finisce cornuto e mazziato.
Ma dov'è il problema? Dopo un terremoto si ricostruisce no? Lavoro per tutti!
Il resto è un'altra storia, e sarà raccontata un'altra volta ... (La storia infinita - Michael Ende)

Nessun commento: