domenica 8 marzo 2009

Lo spirito delle feste

Otto marzo, festa della donna, e buona parte degli uomini a sperticarsi in auguri e mazzi di mimose, mentre parecchie donne fanno le "cene tra donne", magari seguite da spettacolino di spogliarello maschile. Dopo di che, nella cassetta della posta si trovano gli auguri e le esortazioni della politica locale, che è una specie di "monstrum", in quanto unica e pertanto tirata fuori dalla naftalina a dire e fare cose ininfluenti in momenti inutili.
Intanto continuano e aumentano gli stupri, intanto continua e aumenta l'emorragia che fa uscire le donne dal lavoro, aumenta, sebbene stigmatizzata, la discriminazione.
Io mi chiedo che senso abbia festeggiare la donna, veramente.
Innanzi tutto la donna non è niente altro che il genere femminile della specie "homo sapiens", e come tale è diversissima dal genere maschile, eppure identica.
Nessuno si chiede se esista una questione femminile tra i gatti, tanto per fare un esempio, maschi e femmine sono diversi dnelle funzioni e nei compiti, ma assolutamente uguali nella specie.
Se questo banale concetto entrasse nelle nostre troppo complicate testoline, forse potremmo tutto in un botto risolvere la questione.
Maschi e femmine sono diversi, biologicamente, psicologicamente, comportamentalmente, eppure sono identici nel loro ruolo di specie, che, considerato che la specie umana non può vivere allo "stato di natura", altrimenti saremmo ancora scimmie arboricole, consiste, oltre che nel crescere e moltiplicarsi, nel far funzionare la complicata società che ci siamo costruiti.
E ognuno di noi, femmina o maschio che sia, la fa funzionare con identico sforzo, identico uso delle proprie risorse personali, identico impegno, e, soprattutto, identico valore.
E qui ho già finito il mio argomentare, nel senso che le donne della mia età hanno fatto di sicuro una certa confusione, cercando di negare il proprio essere "femmine", e gli uomini invece continuano a non riconoscere l'identità di specie, trasformando in merito e privilegio una semplice differenza biologica.
Così nascono le leggi di emancipazione e parificazione (e io mi chiedo: da chi mi devo emancipare? a chi mi devo parificare? io che sono unica e irripetibile, un assoluto campione di alterità da chiunque?), e sono leggi che nascono già zoppe, perché stabiliscono uno stato di privilegio, o anche solo di normalità, al quale chi non è privilegiato o normale (le donne) deve essere equiparato.
Così, per far bene si fa male, si stabilisce per legge che le donne hanno una situazione di disparità, certificata.
E come si rimedia? si festeggia la donna, ma si sa, le feste servono a mettersi a posto la coscienza. Esattamente come a Natale siamo tutti più buoni, dimenticando quale è il messaggio del Natale (che lo si intenda come nascita di Cristo, di Mitra da cui il natale cristiano è derivato, o Beltane, l'antica festa del solstizio d'inverno), vale a dire il momento del rinnovamento dei patti tra l'uomo e la natura, così si festeggia la donna, dimenticando che nessuna particolare ricorrenza o celebrazione è necessaria tra uguali.

2 commenti:

Francesca ha detto...

Esattamente. Si festeggia la donna in quanto "categoria debole"... Come dici bene, non dovrebbe esistere una festa per la donna se davvero fosse uguale agli uomini!!!
Per lo stesso motivo, trovo aberrante le cd. "quote rosa"... Le donne devono essere votate in Parlamento per la loro capacità, per la loro bravura e intelligenza. Queste "quote rosa" mi fanno pensare ai posti di lavoro statali che vengono riservati a certe categorie di "diversamente abili"... per non parlare del fatto, inevitabile, che poi in Parlamento la voce e l'opinione degli uomini avrebbe maggior peso, essendo la loro elezione avvenuta senza aiuti di nessun tipo... Non trovi?

ombraluce ha detto...

Il problema è che finché saranno gli uomini a scegliere le candidate in parlamento avremo le varie carfagne ...
e se poi non sono carfagne, come la politica locale a cui accenno nel post, che di fare la cafagna ha passato l'età, essendo ormai buona per le leggi canoniche sulle perpetue, il cervello è comunque quello
pensa che in un momento di assoluta buona volontà (leggi stupidità acuta) ho pensato di mettere a disposizione le mie competenze in seno al PD, partito del quale, in un momento di follia, ho fatto la tessera: quando hanno capito che a causa delle mie competenze era difficile farmi fare l'oca di turno, e che quindi non avrebbero potuto ghettizzarmi alle questioni femminili, o alle politiche sociali, campo tipico dove infilare le poche donne politiche, beh, mi hanno gentilmente (non troppo) messo alla porta ....